BARI - Il 22 dicembre è stato un importante giorno per gli azionisti della Banca Popolare di Bari (oggi denominata BDM senza aver chiesto il parere dei propri azionisti storici). Molti dei Comitati e delle Associazioni consumeriste degli azionisti assieme ai rappresentanti delle Pmi riunite in Confimi Bari, Bat, Foggia si sono recati dal Prefetto e dalla Banca d’Italia per ricordare l’esistenza della grave ferita aperta e sanguinante della Popolare di Bari e chiedere il ripristino della legalità come previsto dalla Carta Costituzionale. Tale saldatura tra più anime della economia meridionale avviene all’indomani della notizia della possibile vendita della banca e non della restituzione della stessa agli azionisti.
A tutt’ora gli azionisti sono rimasti senza banca e senza soldi gettando enorme discredito sulla collocazione azionaria dei propri risparmi. È interesse di tutti che tale discredito venga al più presto superato da un gesto appropriato.
La richiesta verte sul ripristino della legalità prevista dalla Carta Costituzionale e della corposa legislazione ordinaria conseguente; nell’attesa che giustizia sia fatta si chiedono a gran voce risarcimenti e ristori per il gran tempo trascorso senza che la banca abbia prodotto dividendi come accade per le altre banche anche più piccole. È emersa tra gli azionisti la perplessità per il nuovo nome assegnato alla banca.
È evidente che la perduta baresità e meridionalità della proprietà della banca pone gravi interrogativi sul futuro del sistema del credito meridionale.
Ricordiamo altresì che nelle scorse settimane è stato inoltrato un esposto alla Commissione Parlamentare sulle banche per segnalare le dette incongruenze che vanno sanate.
Ci si augura da tutte le parti che si apra un ampio dibattito sul futuro degli azionisti e del sistema bancario meridionale.
Edicola digitale
Abbonati