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Il caso
23 Dicembre 2025 - 11:05
Corsia di ospedale
BARI - La richiesta è chiara e arriva da una delle componenti più ampie e strutturate del sistema sanitario regionale: ripristinare un principio di equità tra tutte le professioni sanitarie. L’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione delle province di Bari, Taranto e Barletta-Andria-Trani ha trasmesso una lettera aperta alla presidente della Regione Puglia e all’assessorato regionale alla Sanità per segnalare una criticità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025.
Al centro della presa di posizione c’è la misura che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva agevolata al 5% sulle prestazioni di lavoro straordinario e sulla reperibilità. Un provvedimento ritenuto utile e condivisibile nelle finalità, ma che, secondo l’Ordine, presenta un elemento di forte squilibrio: l’estensione del beneficio esclusivamente alla categoria infermieristica, con l’esclusione delle altre professioni sanitarie che operano quotidianamente nel Servizio sanitario nazionale.
L’Ordine riconosce il valore dell’intervento normativo, pensato per sostenere il personale sanitario, incentivare la disponibilità operativa e far fronte alla cronica carenza di organico che interessa l’intero comparto. Tuttavia, viene sottolineato come la scelta di limitare l’agevolazione a una sola categoria finisca per creare una disparità di trattamento difficilmente giustificabile, soprattutto considerando il ruolo essenziale svolto dalle professioni dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione nei percorsi diagnostici, terapeutici, riabilitativi e di prevenzione.
Tecnici sanitari, professionisti della riabilitazione e della prevenzione garantiscono infatti continuità assistenziale, sicurezza delle cure e qualità delle prestazioni, spesso operando in contesti di emergenza, con turnazioni complesse, reperibilità notturne e festive e livelli di responsabilità professionale sempre più elevati. Un impegno che, secondo l’Ordine, non può essere considerato di serie inferiore rispetto ad altre funzioni sanitarie.
In un sistema già messo sotto pressione dall’aumento dei carichi di lavoro e dalla crescente complessità assistenziale, l’introduzione di differenziazioni economiche rischia inoltre di compromettere la coesione dei team multidisciplinari e di ridurre ulteriormente l’attrattività delle professioni sanitarie. Un aspetto particolarmente delicato in una fase storica in cui la tenuta del servizio pubblico dipende dalla capacità di trattenere competenze e professionalità.
A fornire una dimensione concreta del problema sono anche i numeri. In Italia le professioni sanitarie coinvolte superano le 160.000 unità, di cui circa 12.000 in Puglia e oltre 5.500 nelle sole province di Bari, Taranto e Barletta-Andria-Trani. Professionisti che, pur svolgendo le stesse attività di straordinario e reperibilità, restano oggi esclusi dal riconoscimento fiscale previsto per altri colleghi.
Con la lettera indirizzata alla Regione, l’Ordine chiede quindi un intervento istituzionale tempestivo, anche attraverso strumenti normativi o contrattuali regionali, per estendere il beneficio fiscale a tutte le professioni sanitarie. L’obiettivo dichiarato è ristabilire il principio di equità, evitando la creazione di gerarchie tra ruoli considerati ugualmente indispensabili per il funzionamento del sistema sanitario pubblico.
Secondo l’Ordine, un’azione di questo tipo avrebbe non solo un valore economico sostenibile, ma anche un forte significato politico e istituzionale, capace di rendere la Puglia un riferimento a livello nazionale nel riconoscimento del lavoro sanitario e nella valorizzazione di tutte le professionalità che ogni giorno garantiscono il diritto alla salute dei cittadini
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