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Vertenza Natuzzi, l’allarme del Pd: 1.800 posti a rischio e Governo assente

L'on. Ubaldo Pagano accusa l’esecutivo di immobilismo mentre cresce l’incertezza per i lavoratori e le loro famiglie

Vertenza Natuzzi, l’allarme del Pd: 1.800 posti a rischio e Governo assente

Stabilimento Natuzzi

BARI - La crisi che investe il Gruppo Natuzzi torna al centro del dibattito politico, con un allarme che riguarda direttamente il futuro occupazionale di 1.800 lavoratori. A intervenire è il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico alla Camera, che parla di una situazione grave e denuncia l’assenza di risposte da parte del Governo nazionale.

Secondo Pagano, la vertenza Natuzzi si inserisce in un quadro più ampio che coinvolge numerose realtà industriali del Mezzogiorno e del resto del Paese. A fronte del rischio concreto di perdita del posto di lavoro e dell’imminente venir meno degli strumenti di sostegno sociale, il parlamentare sottolinea il silenzio del ministro Adolfo Urso e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, giudicato inaccettabile per le conseguenze che potrebbe avere su centinaia di famiglie.

Il deputato evidenzia come, sul fronte locale, la Regione Puglia stia tentando di favorire il confronto tra le parti per individuare soluzioni in grado di salvaguardare l’occupazione e garantire la continuità aziendale. Un impegno che, a suo giudizio, non trova però un adeguato riscontro a livello nazionale.

Pagano punta il dito contro l’azione del Governo negli ultimi 3 anni, accusandolo di aver smantellato gli strumenti di incentivazione a favore delle imprese del Sud, a partire dalla decontribuzione, e di non essere riuscito a contrastare gli effetti negativi dei dazi statunitensi sull’industria italiana. Scelte che, secondo il parlamentare dem, stanno aggravando una crisi già profonda.

Nel suo intervento, il capogruppo del Pd a Montecitorio arriva a sostenere che l’esecutivo stia privilegiando rapporti politici internazionali rispetto alla tutela del tessuto produttivo nazionale. Un atteggiamento che, a suo avviso, rischia di compromettere il futuro di migliaia di famiglie italiane e di un settore industriale strategico per il Sud.

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