TARANTO - Stop senza deroghe alla vendita e all’utilizzo di botti illegali per tutto il periodo delle festività natalizie. È quanto stabilisce l’ordinanza firmata dal sindaco Piero Bitetti, già pubblicata, che introduce un divieto assoluto su tutto il territorio comunale dalla mezzanotte del 24 dicembre fino alle 23.59 del 6 gennaio.
Il provvedimento nasce dalla necessità di contrastare fenomeni di inciviltà, pericolo e aggressività legati all’uso indiscriminato di fuochi d’artificio non a norma, spesso commercializzati in modo illecito e utilizzati senza alcuna precauzione. Secondo quanto evidenziato nell’atto sindacale, in questo periodo dell’anno Taranto è interessata da numerose esplosioni simultanee in tutti i quartieri, con l’impiego di petardi artigianali ad alto potenziale esplodente, assimilabili a veri e propri ordigni.
L’ordinanza vieta quindi la vendita, anche ambulante, e l’uso di fuochi artificiali, petardi, razzi, botti e artifici pirotecnici privi dei requisiti di legge, ritenuti un grave rischio per l’incolumità pubblica e privata. Nel testo viene ricordato come negli anni passati si siano già verificati incidenti e ferimenti, anche gravi, con conseguenze rilevanti su persone e animali.
Nel medesimo arco temporale è previsto anche il divieto di utilizzo di bombolette spray al peperoncino o prodotti analoghi nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni pubbliche e nelle aree immediatamente adiacenti.
Chi non rispetterà le disposizioni andrà incontro a sanzioni amministrative comprese tra 25 e 500 euro, oltre al sequestro del materiale, finalizzato alla successiva confisca.
«Legalità, sicurezza e tutela della salute sono principi cardine della nostra azione amministrativa – ha dichiarato il sindaco Bitetti –. Comportamenti che mettono a rischio la comunità non possono più essere tollerati. In passato abbiamo registrato infortuni seri, anche a bambini, e sono sotto gli occhi di tutti gli effetti devastanti dei botti sugli animali domestici, spesso disorientati e terrorizzati. Non basta condannare: servono regole chiare e controlli rigorosi».
Resta però un nodo centrale, già emerso altre volte in situazioni analoghe: come sempre, il vero problema non è emanare l’ordinanza, ma riuscire a farla rispettare concretamente sul territorio.
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