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Taranto
18 Dicembre 2025 - 07:45
Il Consigliere comunale Gianni Azzaro
TARANTO - A circa 5 mesi dall’insediamento del Consiglio comunale, la transizione dell’ex Ilva continua a muoversi in un quadro di incertezza. A rilanciare l’allarme è il consigliere comunale Gianni Azzaro, che torna a chiedere maggiore trasparenza e un coinvolgimento diretto dello Stato come unica possibilità per uscire dall’impasse che avvolge il futuro dello stabilimento siderurgico.
Secondo Azzaro, il tempo trascorso dall’avvio della nuova consiliatura non ha prodotto passi concreti. Il dibattito pubblico, osserva, si è concentrato su ipotesi di piani industriali di durata variabile, su esitazioni da parte del Governo e sul tentativo, da parte della comunità ionica, di tenere insieme istanze spesso contrapposte, quelle dei cittadini, dei lavoratori e del sistema economico. In questo scenario, però, sarebbe mancata una assunzione di responsabilità chiara e vincolante, capace di indicare un obiettivo definito e una strada coerente per raggiungerlo.
Il consigliere individua nel ruolo dello Stato l’elemento decisivo. L’industria siderurgica di Taranto viene definita strategica a livello nazionale, ma questa affermazione, sottolinea Azzaro, non sarebbe stata seguita da una scelta conseguente. Al contrario, si continuerebbe a guardare a potenziali investitori privati, evitando una presa in carico diretta che consenta di delineare una vera politica industriale.
Per Azzaro, il percorso della decarbonizzazione può essere affrontato solo se sostenuto da garanzie statali solide. Un concetto già espresso nel discorso di insediamento in Consiglio comunale e che oggi viene ribadito, anche alla luce del tempo trascorso senza risposte strutturali. Neppure l’eventuale individuazione del miglior operatore privato del settore, aggiunge, sarebbe sufficiente a colmare le attese del territorio. In questo quadro, il consigliere si dice in sintonia con la posizione del segretario Uilm Rocco Palombella, che sollecita un impegno diretto dello Stato nella trasformazione dell’ex Ilva, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.
In alternativa, Azzaro invita a non rinviare ulteriormente una scelta altrettanto netta. Se la continuità produttiva non fosse più sostenibile, sarebbe necessario definire una exit strategy credibile, fondata su basi realistiche e non su modelli di sviluppo ritenuti irrealizzabili. In ogni caso, afferma, occorre un approccio maturo e consapevole, capace di riconoscere che il futuro di Taranto comporterà un sacrificio, che dovrà però essere giustificato e condiviso.
Il richiamo finale è rivolto a tutti i soggetti coinvolti. Ai lavoratori, ai quali non si può continuare a chiedere pazienza attraverso il ricorso ripetuto alla cassa integrazione. Ai cittadini, ai quali non si può promettere una riduzione dell’inquinamento legata a una conversione che continuerebbe per anni a basarsi su fonti fossili. E infine al tessuto produttivo e all’indotto, che non possono essere rassicurati con l’idea di una diversificazione economica priva di una pianificazione concreta. Per Azzaro, senza trasparenza e responsabilità, la transizione dell’ex Ilva rischia di restare ancora a lungo senza una direzione definita.
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