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Fasano

Una miscela di olio di oliva e di semi spacciata per extravergine, scatta sequestro e denuncia

La Guardia di Finanza intensifica le verifiche nel settore oleario: sequestrati oltre 390 litri di prodotto irregolare

La Guardia di Finanza di Fasano

La Guardia di Finanza di Fasano

FASANO - Prosegue l’azione di controllo della Guardia di Finanza nel comparto olivicolo e oleario nella provincia di Brindisi, con una serie di verifiche mirate sulla genuinità e sulla corretta commercializzazione dell’olio destinato ai consumatori. I militari del Comando provinciale stanno monitorando i prodotti in vendita sia negli esercizi commerciali sia nei mercati settimanali del territorio.

Nel corso delle attività più recenti, i finanzieri della Compagnia di Fasano hanno effettuato un controllo ispettivo presso un punto vendita dove era esposto olio pubblicizzato come “extravergine di oliva 100% italiano locale di Altamura”. Il prodotto era confezionato in latta e contenitori in plastica privi delle indicazioni obbligatorie relative alla tracciabilità e alle modalità di conservazione.

A seguito del campionamento e delle successive analisi di laboratorio, è emerso che l’olio presentava valori di acidità e parametri spettrofotometrici non conformi, oltre a specifici marcatori che hanno consentito di accertare come il prodotto fosse in realtà una miscela di olio di oliva e olio di semi, e non un extravergine come indicato.

Il titolare dell’esercizio è stato quindi denunciato per frode in commercio

In un’ulteriore attività ispettiva, sempre a Fasano, le Fiamme Gialle hanno controllato un imbottigliatore, procedendo al sequestro di 391 litri di olio extravergine italiano. Il prodotto era destinato alla vendita ma conservato in contenitori con etichette incomplete, prive delle informazioni previste dalla normativa europea di settore, in particolare dai Regolamenti UE n. 2104/2017 e n. 1169/2011.

L’operazione rientra nel più ampio impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi alimentari, a tutela degli operatori corretti del comparto, della salute dei consumatori e della loro buona fede, spesso messa a rischio dall’immissione sul mercato di prodotti non genuini, alterati o irregolarmente etichettati.

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