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Il fatto

Taranto, l’impresa possibile tra innovazione e responsabilità

Un confronto sul futuro produttivo della città che mette al centro investimenti sostenibili, transizione energetica e condizioni abilitanti per fare industria, partendo dall’esperienza di Comes Group e dal ruolo strategico che Taranto può giocare nel Mediterraneo

Da sin: Vincenzo Cesareo, Rocco Palombella, Monica Caradonna e Antonio Gozzi

Da sin: Vincenzo Cesareo, Rocco Palombella, Monica Caradonna e Antonio Gozzi

TARANTO - Performance e investimenti possono avere diritto di cittadinanza a Taranto? Possono concretizzarsi nel nostro territorio per assicurare un presente critico e un futuro d'innovazione e sviluppo?
“Volevamo mettere in piedi un messaggio di ottimismo, che testimonia che si può fare impresa sostenibile al Sud. La si può fare in questo territorio, si può coniugare la salute con il lavoro, si può stare bene con i propri collaboratori e con la comunità che ci ospita”.

Quella voluta da Vincenzo Cesareo, Ceo di Comes Group, già presidente di Confindustria Taranto e oggi presidente della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Brindisi-Taranto, è stata l'occasione di presentare e promuovere un percorso virtuoso e coerente di transizione che oggi Taranto vive come una incognita, colma di incertezza e precarietà.

L'humus nel quale può attecchire una impresa che vuole misurarsi con l'innovazione, con il giusto equilibrio fra lavoro, ambiente e salute.

Un messaggio positivo di quel “pensiero complesso” in una città che non può continuare a mostrarsi superficiale e indifferente alle sue sorti, al suo futuro.

Cesareo non esprime il profilo presuntuoso di chi si mette “in vetrina” dicendo “così si fa”, di una impresa proiettata oltre i confini nazionali. Ha il merito di aver messo tutti gli stakeholder di fronte alle rispettive responsabilità: l'impresa, il sindacato, le Istituzioni locali, il governo regionale e nazionale. Tutti attori, protagonisti, responsabili comprimari, di una sfida da affrontare, che insieme si può vincere.

Innovazione tecnologica non disgiunta dalla sostenibilità. Una mission che la Comes intende realizzare sulla strada della riduzione della dipendenza da fonti fossili in modo da favorire la transizione energetica locale: produrre idrogeno verde ad alta pressione (100 bar), destinato a comunità energetiche rinnovabili fino a 1 MW di potenza: l’Hydrocracy Advanced Systems (Has), impianto tra i primi in Italia a puntare, appunto, su elettrolizzatori compatti e intelligenti.

Un’occasione di confronto pragmatico sul ruolo della manifattura sostenibile, partendo dal ruolo strategico che Taranto può assumere nel panorama economico mediterraneo, in questo particolare momento storico.

Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e di Duferdofin, il più importante produttore italiano di travi di acciaio per costruzioni, e di Interconnector Energy Italia, nonché special advisor di Confindustria, con deleghe a autonomia strategica europea, Piano Mattei e competitività, ha colto subito l'occasione per ribadire quanto aveva espresso nel corso della recente audizione in Senato. “Se si è ottimisti e si guarda avanti, anche sfide come quella dell’Ilva si possono affrontare con un altro spirito”.

"Per rilanciare una situazione assolutamente difficile come quella di Taranto bisogna assicurare quelle condizioni abilitanti che consentano agli imprenditori di venire in questo territorio ad investire.

Tra le condizioni abilitanti ce ne sono alcune fondamentali per fare industria. Gli impianti dell'ILVA sono sequestrati da più di dodici anni e dati in uso. È una contraddizione clamorosa, se sono dati in uso non si capisce perché devono essere sequestrati.

C'è un rischio concreto di chiusura della fabbrica in assenza di proposte industriali. Oggi le due proposte non sono proposte di operatori siderurgici nazionali o internazionali. Sono proposte di fondi d'investimento e vanno lette secondo una logica di prudenza nel senso che i fondi d'investimento non hanno come obiettivo e come missione quella di fare industria. Hanno obiettivi finanziari d'acquisto e di rivendita e vanno attentamente valutati".

La Città non ha ancora fondamentalmente deciso se accetta le condizioni che consentano di rilanciare un sito decarbonizzato, ci sono ancora incertezze sulla nave rigassificatrice e sul DRI (preridotto).

Dopo un documento del neo presidente della Regione Puglia Antonio Decaro che dice cose importanti sulla industrializzazione della città e dell'Ilva, leggo che esponenti della maggioranza dell'amministrazione comunale dicono che bisogna chiudere l'area a caldo, determinando una confusione che rappresenta esattamente il contrario di quello che chiedono gli imprenditori per assumersi il rischio degli investimenti.

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