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Taranto
15 Dicembre 2025 - 15:58
Un carcere - archivio
TARANTO - Una detenuta con gravi problemi psichiatrici, per la quale la magistratura ha disposto il ricovero in una REMS, resta da mesi nel carcere di Taranto in attesa di un posto che non arriva. Una situazione che, secondo il Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, rappresenta l’ennesima conferma delle criticità nella gestione dei detenuti affetti da disturbi mentali e delle inadempienze del sistema sanitario regionale.
Le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza hanno sostituito dal 1 aprile 2015 gli ospedali psichiatrici giudiziari. In queste strutture dovrebbero essere accolti i soggetti autori di reato riconosciuti affetti da infermità psichica e ritenuti socialmente pericolosi, ai quali viene applicata una misura di sicurezza detentiva. Le REMS, pur avendo finalità terapeutiche, restano misure disposte dal giudice penale e sono finalizzate anche al contenimento della pericolosità sociale.
La gestione delle REMS è di esclusiva competenza sanitaria, affidata ai Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL. Tuttavia, secondo quanto denunciato, la detenuta attualmente ristretta a Taranto non dovrebbe trovarsi in carcere, essendo formalmente internata, ma continua a rimanervi perché non viene individuato un posto disponibile. Una condizione che, sempre secondo il sindacato, riguarda decine di detenuti in tutta la regione.
Il SAPPE richiama inoltre un episodio avvenuto all’inizio del 2024 nel carcere di Torino, dove un internato con problemi psichiatrici, anche lui in attesa di trasferimento in una REMS, si è tolto la vita. Su quel caso la magistratura piemontese ha avviato accertamenti per verificare eventuali responsabilità legate alla mancata disponibilità di strutture adeguate dopo la chiusura degli OPG.
Per il sindacato della polizia penitenziaria, questa situazione è inaccettabile e ricade in modo diretto sugli agenti, costretti a gestire detenuti con patologie psichiatriche senza un’adeguata assistenza specialistica. Il Sappe parla di un contesto caratterizzato da aggressioni e minacce sempre più gravi, aggravate da un’assistenza psichiatrica definita quasi inesistente all’interno degli istituti penitenziari.
Da qui l’appello alla magistratura di Taranto, affinché intervenga per sbloccare una condizione ritenuta estremamente pericolosa, sia per la salute della detenuta, sia per le altre recluse che condividono la sezione, sia per il personale penitenziario. Il sindacato annuncia inoltre che nei prossimi giorni incontrerà i responsabili politici, tra cui i sottosegretari alla Giustizia Delmastro e Ostellari, e i vertici del DAP, per sollecitare un intervento del Ministero della Salute e delle Regioni.
Secondo il Sappe, le carceri rischiano di trasformarsi in manicomi di fatto, con detenuti psichiatrici lasciati nelle sezioni ordinarie senza cure adeguate, a causa delle gravi carenze del sistema sanitario regionale. Una situazione che, viene sottolineato, comporterebbe la violazione di una legge dello Stato nel silenzio generale. Il sindacato si chiede infine quale sia il ruolo degli organismi di tutela dei detenuti, a fronte di persone che, in attesa di un posto in REMS, restano di fatto bloccate in carcere senza che vengano sollevate obiezioni formali.
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