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Taranto
12 Dicembre 2025 - 07:13
Ex Ilva - archivio
TARANTO - Il decreto-legge 180/2025 sulla continuità operativa degli stabilimenti ex Ilva incassa una valutazione positiva da parte di Confartigianato, CNA e Casartigiani, ma per le associazioni di categoria non è sufficiente a rimettere in moto il sistema produttivo tarantino. È quanto emerso nel corso dell’audizione davanti alla 9ª Commissione Industria del Senato, dove le organizzazioni hanno riconosciuto alcuni passaggi ritenuti indispensabili, pur ribadendo la necessità di interventi più strutturali e immediati.
Nel giudizio espresso dalle confederazioni artigiane vengono indicati 3 elementi positivi del provvedimento. Il primo riguarda lo sblocco delle risorse non utilizzate nel 2025, il secondo la rimozione dei vincoli burocratici che finora avevano impedito alle imprese in amministrazione straordinaria di accedere agli aiuti per l’energia, il terzo il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per il biennio 2025-2026. Misure considerate necessarie, ma non risolutive.
Secondo Confartigianato, CNA e Casartigiani, il nodo principale resta il livello produttivo degli impianti. Senza il ritorno a una soglia definita almeno “accettabile”, l’intera filiera continua a scivolare verso una paralisi che colpisce in modo diretto le imprese dell’indotto. Da qui la richiesta di chiarire con urgenza la strategia di lungo periodo per Taranto, indicando in modo trasparente lo stato del piano di decarbonizzazione e i tempi previsti per la cessione degli impianti.
Le associazioni hanno inoltre richiamato l’attenzione sul sistema dei trasporti, segnalando distorsioni concorrenziali che negli anni hanno penalizzato le aziende più radicate sul territorio. A questo si aggiunge la necessità di introdurre strumenti di controllo più efficaci, in grado di garantire che le risorse pubbliche vengano effettivamente utilizzate per rafforzare produzione e occupazione, evitando dispersioni lungo il percorso.
Nel corso dell’audizione sono state avanzate proposte definite non più rinviabili. Tra queste, la creazione di un fondo o di una garanzia pubblica per consentire il recupero dei crediti pregressi delle imprese dell’autotrasporto, duramente colpite dalle vicende dell’ex Ilva. È stata inoltre sollecitata una misura straordinaria di sospensione o rimodulazione dei debiti fiscali e contributivi maturati nei mesi di fermo produttivo, per evitare il collasso di aziende ancora sane ma appesantite da arretrati e sanzioni.
Le confederazioni chiedono anche di rivedere il sistema di assegnazione delle commesse, introducendo criteri che valorizzino la continuità territoriale e consentano alle imprese storiche di restare nel mercato. In questa prospettiva viene proposta la definizione di un accordo quadro sul trasporto per le acciaierie di Taranto, da costruire insieme alla futura proprietà, basato su condizioni economiche sostenibili e su criteri trasparenti, in coerenza con i parametri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Per le organizzazioni artigiane, il decreto rappresenta un primo passo, ma senza decisioni rapide e una visione industriale chiara il rischio è che il cuore produttivo di Taranto continui a perdere battiti.
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