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Torna “Distopie Future”, in scena il film “Olivhood – È tutto morto”

Alla sala “Il Cielo di Carta” arriva il primo lungometraggio di Annamaria Di Pinto, un racconto ambientato nel 2073 tra poesia, denuncia ambientale e fiaba distopica

Olivhood - È tutto morto

Olivhood - È tutto morto

Il trailer di Olivhood - È tutto morto di Anna Maria Di Pinto

TRANI – Riparte il percorso immaginifico di “Distopie Future”, la rassegna del Cielo di Carta Teatro che esplora i futuri possibili e le inquietudini del nostro tempo. Dopo la serata inaugurale affidata alla stand-up comedy di Giambattista Rossi, il secondo appuntamento è fissato per sabato 13 dicembre 2025, alle 21, con la proiezione di “Olivhood – È tutto morto”, il primo film lungo firmato da Annamaria Di Pinto.

La pellicola trasporta gli spettatori nel 2073, in un mondo dove la terra è diventata sterile e l’acqua sopravvive solo come leggenda. In questo paesaggio desolato resta in vita un solo ulivo, chiamato “Hope”, ultimo segno di una natura ormai soccombente. In questo scenario si muovono Olivhood e Hole: il primo custode di una sorgente segreta, la seconda simbolo dell’umanità che continua a cercare e desiderare anche quando tutto sembra irrimediabilmente perduto.

Il film intreccia poesia, memoria e distopia, fondendo documentario e performance in un’unica narrazione sospesa tra fine e possibilità di rinascita. Il lavoro si avvale delle immagini create dall’artista altamurano Giuseppe Miglionico e della visione registica di Annamaria Di Pinto, che plasma una storia in cui mito e realtà si sfiorano per interrogare il rapporto tra l’uomo, la natura e il futuro del pianeta.

La narrazione è arricchita dalle voci di numerosi attivisti – Pietro Pantaleo, Maria Giovanna Cortellino, Mariagrazia Cinquepalmi, Savino Montaruli, Ginevra, Michela Diviccaro e Michele Di Bari – che inseriscono nella trama ulteriori elementi di riflessione sui temi ambientali e sociali.

L’appuntamento con “Olivhood – È tutto morto” è previsto nella sala del Cielo di Carta Teatro, in via Superga 84, dove il pubblico potrà vivere un’esperienza immersiva che unisce denuncia ecologica, tensione narrativa e visioni simboliche. Un’opera che invita a interrogarsi sul senso della sopravvivenza e sulle radici possibili di un nuovo inizio.

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