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Ex Ilva, “Serve una regia nazionale e l'intervento pubblico. Il rigassificatore? Eventualmente solo per un periodo”

Il presidente uscente della Regione Puglia Michele Emiliano chiede continuità produttiva, tutela dell’indotto e accelerazione sugli investimenti: “Il Governo faccia molto di più”

Michele Emiliano

Michele Emiliano

ROMA - Nella lunga audizione davanti alla 9ª Commissione del Senato, il presidente uscente della Regione Puglia Michele Emiliano ha delineato la posizione dell’ente sul disegno di legge n. 1731 relativo alla continuità operativa degli stabilimenti ex Ilva. Un intervento articolato, nel quale il governatore ha sollecitato una gestione coordinata della transizione industriale e una partecipazione diretta dello Stato nel percorso di decarbonizzazione.

Emiliano ha definito “indispensabileun allineamento stabile tra i diversi ministeri coinvolti e la Presidenza del Consiglio, con il coinvolgimento costante dei sindacati. A suo giudizio, la trasformazione degli impianti attraverso tecnologie pulite richiede l’azione di un soggetto pubblico, soprattutto alla luce delle difficoltà emerse nella ricerca di un acquirente capace di sostenere un passaggio così complesso.

Il presidente ha chiesto inoltre di garantire la continuità produttiva dell’intera azienda, precisando che le forniture di coils agli impianti del Nord debbano arrivare esclusivamente dallo stabilimento di Taranto. Ha espresso forte preoccupazione per ipotesi di “spacchettamento” dell’ex Ilva, giudicate incompatibili con il ruolo strategico del sito e con l’interesse industriale nazionale.

Un punto centrale dell’audizione ha riguardato la tutela dei lavoratori dell’indotto. Emiliano ha ricordato lo “sforzo straordinario” compiuto da Regione e Ministero per sostenere le imprese esposte ai mancati pagamenti dell’amministrazione straordinaria, sottolineando che questo impegno va confermato e rafforzato.

Il governatore ha sollecitato anche un’accelerazione sugli investimenti destinati alla reindustrializzazione, incluse le aree SIN, chiedendo la rapida definizione delle competenze del commissario e l’apertura di nuove call per manifestazioni di interesse, sul modello già sperimentato a Brindisi.

Tra le priorità indicate figura la convocazione del tavolo sulle fonti di approvvigionamento energetico, la firma dell’Accordo di Programma, l’aumento del Fondo Sanitario Regionale per fronteggiare i livelli epidemiologici dell’area di Taranto e risorse aggiuntive per monitoraggio ambientale e ricerca attraverso l’Istituto Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile.

Pur giudicando positivamente l’articolo del decreto che integra il trattamento della cassa integrazione per i dipendenti in amministrazione straordinaria e l’incremento del fondo per gli indennizzi sugli immobili, Emiliano ha definito tali misure “solo un piccolo passo” rispetto ai bisogni reali del territorio.

Rispondendo alla senatrice Silvia Fregolent, il presidente ha ribadito l’adesione della Regione allo schema industriale già proposto dal Ministero, basato su tre impianti DRI e quattro forni elettrici, uno dei quali potenzialmente collocabile a Genova. Ha ricordato che per alimentare questo modello servirebbero circa 5 miliardi di metri cubi di gas, ipotizzando diverse soluzioni logistiche, dalla nave rigassificatrice a pipeline di collegamento fino al progetto di un rigassificatore fisso da 13 milioni di metri cubi, proposto per il molo polisettoriale.

Emiliano ha riconosciuto la delicatezza del tema sicurezza, osservando che un’eventuale nave rigassificatrice a Taranto costituirebbe un rischio da assumere solo se necessario e per un periodo limitato. Ha inoltre ricordato che la Regione ha svolto un ruolo di moral suasion verso il Comune di Taranto, che finora non ha espresso parere favorevole.

Il presidente ha concluso rimandando ogni decisione definitiva al prossimo governo regionale. “Il nuovo presidente e la nuova maggioranza – ha affermato – dovranno valutare con il Governo se adottare un modello simile a quello di Piombino. Non esprimo un’opinione personale per non creare imbarazzo: la scelta dovrà essere politica e condivisa”.

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