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Manduria

Area fuori norma. Gli operatori: “Rischia il mercato settimanale, servono decisioni immediate”

Una relazione tecnica certifica la mancanza delle infrastrutture per le acque di prima pioggia: in bilico la Fiera Pessima 2026 e la continuità del mercato

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Mercato settimanale - archivio

MANDURIA - Una nuova e rilevante criticità investe l’area mercatale cittadina. Una relazione tecnica commissionata dall’Amministrazione comunale confermerebbe che la zona Giardinello non dispone dell’impianto necessario per la captazione e il trattamento delle acque di prima pioggia, requisito essenziale per la conformità ambientale. Una mancanza che pone l’intero sito fuori dai parametri tecnico-normativi previsti.

La questione ha un impatto immediato su due fronti: da un lato mette in dubbio la possibilità di realizzare la Fiera Pessima 2026, prevista a marzo, dall’altro solleva seri interrogativi sulla regolare prosecuzione del mercato settimanale. Un problema che riaccende un dibattito mai sopito: da anni le associazioni di categoria denunciano l’inidoneità dell’area, sollecitando interventi puntuali e strutturali.

Già nell’autunno scorso il presidente provinciale di FIVA, Giuseppe Nuzzo, aveva evidenziato lo stato di degrado dell’area, sottolineando il progressivo declino del mercato. Dal 2020, spiegava, si è passati da circa 450 operatori a 120 postazioni assegnate, con appena 70 effettivamente attive. Una contrazione che, secondo Nuzzo, riflette la difficoltà crescente del sito, ritenuto poco attrattivo nonostante l’alta densità abitativa del territorio.

Nuzzo sollecitava inoltre la realizzazione di un parcheggio interno, ritenuto indispensabile per la sicurezza, la logistica e la fruibilità dell’area, unita alla necessità del rifacimento del manto stradale. Per favorire l’avvio dei lavori, gli operatori avevano proposto il trasferimento temporaneo del mercato in via Aldo Moro, una soluzione pensata come passaggio strategico verso la riqualificazione dell’intero comparto.

La nuova emergenza individuata dai tecnici comunali – di natura ambientale e amministrativa – rende oggi quella proposta ancora più urgente. Gli operatori, già formalmente in stato di agitazione da ottobre, chiedono all’Amministrazione risposte immediate, ritenute non più rinviabili alla luce dell’ennesimo elemento che conferma l’inadeguatezza della zona mercatale.

Secondo le associazioni, solo interventi tempestivi potranno evitare il blocco delle attività e preservare un mercato che un tempo era considerato tra i più vitali della provincia.

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