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Taranto
05 Dicembre 2025 - 19:58
Lavoratori ex Ilva a Taranto - archivio
TARANTO – Il segretario generale della Fiom-Cgil di Taranto, Francesco Brigati, interviene dopo le notizie diffuse al termine dell’incontro tra il Mimit e le istituzioni locali pugliesi, dove è stato annunciato il ritiro del cosiddetto piano corto, definito dal sindacato come un progetto di chiusura degli stabilimenti ex Ilva. Brigati sottolinea che le mobilitazioni dei lavoratori di tutti i siti produttivi hanno reso ancora più urgente un confronto diretto con il Governo.
Il dirigente della Fiom-Cgil evidenzia che, nonostante quanto emerso nelle ultime ore, il sindacato ha notizia del proseguimento delle procedure previste dal piano, in particolare della chiusura delle cokerie di Taranto, punto ritenuto critico per la continuità operativa del polo siderurgico. Per questa ragione, Brigati sollecita la convocazione delle organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi, ritenuta indispensabile per accertare la reale situazione e definire con precisione i passaggi futuri.
La richiesta di chiarimento arriva in un momento di forte tensione, mentre prosegue la mobilitazione dei lavoratori e resta aperto il nodo delle strategie che il Governo intende adottare per il futuro del comparto.
Gli ha fatto subito eco il Segretario Generale FIM-CISL Ferdinando Uliano: "Apprendiamo dagli organi di informazione e dai comunicati della Uilm che alcuni loro dirigenti, nella giornata di oggi, sarebbero stati oggetto di aggressioni fisiche. Riteniamo che tali episodi vadano ben oltre la normale dialettica sindacale e che, se confermati, debbano essere condannati senza esitazione.
In questa difficile vertenza occupazionale, che ha al centro il rilancio industriale dell’ex gruppo Ilva e la salvaguardia dei livelli occupazionali, il movimento sindacale deve mantenere la massima unità d’azione. Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per la situazione venutasi a creare dopo la presentazione del cosiddetto “ciclo corto”, che ha messo seriamente in discussione la continuità lavorativa e rischia di compromettere le prospettive future. Per questi motivi, i lavoratori di tutti gli stabilimenti si sono mobilitati in questa settimana con scioperi e manifestazioni. Dopo gli incontri con le istituzioni, una parziale novità positiva riguarda la decisione di non chiudere la zincatura di Genova, con una ipotesi di una limitata compensazione con la banda stagnata, non fermando le linee produttive. Rimane tuttavia la nostra contrarietà al cosiddetto “piano corto”, che non risulta né ritirato né sospeso. Per queste ragioni sollecitiamo la Presidenza del Consiglio a convocare con urgenza il tavolo di confronto, indispensabile per affrontare e governare una fase tanto delicata. Ad oggi, tuttavia, non abbiamo ancora ricevuto riscontri".
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