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Taranto

Il panettone? Meglio quello artigianale. Il richiamo dei panificatori tarantini

Vendite in crescita e attenzione alla qualità: “Scegliere prodotti freschi tutela la salute”

Panettoni

Panettoni - archivio

TARANTO - Non c’è Natale senza panettone, la cui vendita nei supermarket è iniziata già dal mese di ottobre. Le vendite vanno più che bene, almeno per le marche più note, anche se si consolida la tendenza da parte del consumatore, in cerca sempre più di qualità e unicità, verso quelli artigianali con ingredienti selezionati, come burro di alta qualità, frutta candita e lievito naturale: rispetto all’anno precedente se ne registra un aumento delle vendite attorno al 7%. In aumento, nella misura del 3%, anche la domanda di panettone vegano mentre per quello senza glutine l’incremento è del 5%.

“Una delle cause di malattie è la cattiva nutrizione dovuta alla scarsa qualità degli ingredienti impiegati nella produzione degli alimenti – riferisce Emma Prunella, segretaria della Federazione italiana panificatori di Taranto – Per questo motivo la nostra categoria intende essere sempre più vicina al consumatore tutelandone la salute vendendo prodotti sfornati quotidianamente, senza additivi e conservanti, come i nostri panettoni artigianali. Proprio per questo al prossimo Sigep terremo un convegno sulla bontà del pane e di quanto faccia bene alla salute, annunciando il nostro contributo alla buona alimentazione.

Molto “gettonato” risulta il panettone nella versione classica, cioè con uvetta e canditi, ma non mancano le variazioni in tema, grazie all’inventiva dei fornai che cercano di venire incontro ai gusti dei consumatori.

“Da qualche anno – spiega – sforniamo panettoni con i più svariati ingredienti: al cioccolato, ai fichi e al cioccolato, ai frutti di bosco, al pistacchio, alla crema e amarena, alle ciliegie e amarena e addirittura ci si cimenta con quelli al vino primitivo e perfino al caffè Ninfole, con la possibilità di realizzarne secondo gusti personali. Il tutto, mai dimenticando che il nostro, essendo un prodotto fresco, va consumato al massimo entro trenta giorni dalla data di produzione, al contrario di quelli industriali, per i quali la scadenza è molto lunga”.

“Quindi – ribadisce – invitiamo, al momento dell’acquisto, ad accordare la preferenza al prodotto dei nostri panificatori, sfornato tutti i giorni, come appunto il pane, una cui fetta al giorno, con un filo di olio, previene tante malattie, come hanno appurato studi scientifici, secondo i quali bisogna mangiare poco ma di qualità. Lo stesso si può fare con il panettone: se ne può gustare in piccole quantità giornaliere, però senza esagerare. Nelle regioni settentrionali lo mangiano anche a merenda”.

Purtroppo i panettoni industriali dei supermarket sono favoriti dal prezzo assolutamente concorrenziale rispetto a quelli artigianali, che non potranno mai essere venduti a cinque euro o poco più. “Proprio per l’uso di ingredienti genuini e di qualità – evidenzia Emma Prunella – i prezzi dei nostri prodotti, nelle confezioni da un chilo, non possono scendere al di sotto dei venti euro, proprio per gli ingredienti genuini e di qualità. Tutti i panettoni artigianali sono buoni, come attestano le numerose affermazioni conseguite ai concorsi nazionali e internazionali. Perciò, scegliamo le produzioni dei nostri panificatori, che hanno particolarmente a cuore la salute della clientela”.

Augurando alla città sante feste, i panificatori di Taranto e provincia invitano quindi a entrare nei forni locali per scoprire la produzione natalizia (dal pane ai dolci passando per il salato) dai sapori assolutamente genuini.

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