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Il docu-film “Taranto Chiama” approda al Parlamento europeo

A Bruxelles la proiezione dell’inchiesta di Rosy Battaglia, iniziativa promossa dall’europarlamentare Valentina Palmisano

On. Valentina Palmisano

On. Valentina Palmisano

TARANTO – Il documentario “Taranto Chiama”, firmato dalla regista e giornalista Rosy Battaglia, sarà proiettato domani, 3 dicembre, nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles. L’iniziativa, in programma dalle 19 alle 21 nella sala Spaak 7CO5, è stata promossa dall’europarlamentare pugliese del Movimento Cinque Stelle Valentina Palmisano e organizzata in sinergia con le eurodeputate Annalisa Corrado del gruppo S&D e Cristina Guarda dei Greens.

La proiezione sarà accompagnata dagli interventi della stessa Rosy Battaglia, presidente dell’associazione Cittadini Reattivi, di Massimo Castellana dell’associazione Genitori Tarantini, dell’avvocato Ernesto Bellisario e dell’assessora all’Ambiente del Comune di Taranto Fulvia Gravame.

Nel presentare l’evento, l’europarlamentare Palmisano ha richiamato il contesto che fa da sfondo al docu-film, definendo Taranto “una comunità costretta da decenni a vivere nel ricatto tra lavoro e tutela dell’ambiente” a causa della presenza del più grande siderurgico d’Europa. Palmisano sottolinea che questa iniziativa rappresenta la prima occasione in cui, all’interno delle istituzioni europee, viene portata una testimonianza diretta su ciò che la popolazione tarantina affronta quotidianamente.

Secondo l’europarlamentare, nel lavoro di Battaglia emerge la voce delle famiglie che lottano per garantire ai propri figli un futuro libero da polveri e sofferenze. “Nel racconto di Rosy Battaglia – ha spiegato Palmisano – c’è il sogno di chi vive nel quartiere Tamburi, un desiderio di normalità fatto di finestre aperte, armonia e speranza, non di chiusure forzate per le emissioni provenienti dallo stabilimento”.

La parlamentare ribadisce che i temi affrontati nel documentario si intrecciano con la linea politica portata avanti dal Movimento Cinque Stelle per il futuro dell’ex Ilva, fondata sulla necessità di una riconversione reale e non più rinviabile, per restituire dignità e sicurezza alla comunità tarantina.

Con questa iniziativa, il grido di dolore della città prova a farsi strada nelle sedi europee, aprendo un nuovo fronte di confronto politico e civile sulla più delicata vicenda industriale del Paese.

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