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Brindisi

Presidio davanti alla centrale Federico II: l’indotto Enel chiede garanzie per il futuro

Da cinque giorni circa 300 lavoratori occupano la strada di accesso all’impianto di Cerano. Protesta notturna e richiesta di impegni scritti sul riassorbimento occupazionale nella fase post carbone

La Centrale Federico II - foto di Energia Oltre

La Centrale Federico II - foto di Energia Oltre

BRINDISI - Prosegue senza interruzioni il presidio dei lavoratori dell’indotto Enel davanti alla centrale Federico II. Da cinque giorni centinaia di addetti delle aziende che finora hanno operato nel ciclo del carbone si alternano in un sit-in permanente lungo la strada che conduce all’ingresso dell’impianto. Molti di loro hanno scelto di restare anche durante la notte, trasformando la protesta in una presenza continua.

Secondo quanto riferito dagli organizzatori, la mobilitazione coinvolge circa 300 persone, tutte impegnate nelle attività che fino a oggi hanno garantito servizi essenziali alla centrale. Con la progressiva dismissione delle operazioni legate al carbone e l’avvio dei progetti connessi alla transizione energetica, i manifestanti chiedono garanzie chiare e immediate sul loro destino occupazionale.

I lavoratori rivendicano il diritto a essere riassorbiti nei nuovi investimenti programmati per il sito di Cerano, ritenendo indispensabile un impegno formale da parte delle istituzioni e delle aziende interessate. Il presidio, assicurano, andrà avanti finché non arriveranno documenti che confermino nero su bianco la possibilità di continuare a lavorare nell’area industriale in fase di riconversione.

La protesta resta al momento pacifica ma determinata, con l’obiettivo di evitare che la transizione energetica si trasformi in un passaggio traumatico per l’occupazione locale.

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