Olio pugliese, annata da record tra qualità eccellente e boom dell’export

BARI - Una stagione brillante per l’olio extravergine pugliese, che si distingue per qualità elevata e un incremento produttivo ottenuto nonostante siccità e fenomeni climatici estremi. È il bilancio diffuso da Coldiretti Puglia durante la festa dell’olio nuovo nei mercati contadini regionali, dove emerge il primato dell’EVO di casa nostra nei consumi nazionali e internazionali. Spicca in particolare il balzo del 62% degli oli DOP Terra di Bari, che guidano la classifica italiana dell’export. Secondo i dati Ismea-Qualivita, il valore alla produzione per le DOP pugliesi raggiunge 82 milioni di euro.

Coldiretti richiama anche le nuove conferme scientifiche sulle proprietà dell’extravergine. Una review realizzata dall’Università del Molise e da Harvard, pubblicata su Nutritional Neuroscience e presentata all’Evootrends di Campagna Amica al Circo Massimo, ha analizzato 32 studi, evidenziando come i polifenoli dell’olio – tra cui idrossitirosolo, oleuropeina e oleocantale – possano ridurre le infiammazioni cerebrali, migliorare le funzioni mitocondriali e contrastare citochine dannose. Risultati in linea con lo studio Predimed, condotto in Spagna negli ultimi 15 anni, che mostra come una dieta mediterranea arricchita con circa 1 litro a settimana di extravergine ad alto contenuto di polifenoli riduca del 40% il rischio di declino cognitivo o demenza rispetto a una dieta povera di grassi.

Il comparto olivicolo pugliese continua a rappresentare una colonna portante dell’economia regionale. Gli ulivi coprono oltre 370 mila ettari di territorio coltivato, pari al 64% della superficie agricola della regione, con 148.127 aziende coinvolte, che producono 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia. Coldiretti definisce l’olivicoltura locale “la più grande fabbrica green del Mezzogiorno”, con 60 milioni di alberi, pari al 40% della superficie olivicola del Sud, al 32% del totale nazionale e all’8% di quella comunitaria. La produzione lorda vendibile dell’olio pugliese tocca il miliardo di euro.

Accanto ai risultati positivi, però, cresce la preoccupazione per un mercato sempre più instabile. Coldiretti e Unaprol denunciano l’aumento delle importazioni di olio straniero, ritenuto un fattore scatenante delle speculazioni sul prezzo dell’extravergine italiano. Le due organizzazioni chiedono l’istituzione di una Cabina di regia straordinaria per coordinare la lotta alle irregolarità nel settore, un piano speciale di controlli nei porti e nei varchi doganali per verificare l’origine dei prodotti e il rispetto dei limiti sui residui fitosanitari. Propongono inoltre il monitoraggio dei contratti futures nelle principali borse merci, considerati un possibile vettore di frodi e manovre speculative.

Il quadro tracciato da Coldiretti è allarmante. Nel 2025 le importazioni di olio estero sono quasi raddoppiate, provocando un effetto a catena sul mercato interno. Nei primi 8 mesi dell’anno, gli arrivi dall’estero hanno raggiunto 427 milioni di chili, con un incremento del 67% rispetto allo stesso periodo del 2024 e un boom del 93% nel mese di agosto, proprio alla vigilia della raccolta. Una “invasione”, sottolinea Coldiretti Puglia, che ha trascinato verso il basso le quotazioni dell’extravergine nazionale, crollate del 20% nel giro di poche settimane, fino a scendere sotto i costi di produzione.

Un fenomeno che, secondo l’organizzazione agricola, rischia di compromettere gravemente la sostenibilità delle aziende pugliesi, mettendo a rischio una filiera che rappresenta una delle eccellenze più identitarie del territorio.