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Screening oncologici, la Regione contesta Agenas: “Dati errati, danno gravissimo per il sistema sanitario”

Denunciata una nuova difformità nelle elaborazioni dell’Agenzia nazionale: le percentuali attribuite alla Puglia non coincidono con i dati ufficiali e rischiano di compromettere immagine e credibilità del lavoro svolto sulle campagne di prevenzione

Screening, la richiesta finalizzata ad allargare la platea degli aventi diritto

Screening sanitari

BARI - La Regione Puglia interviene con fermezza sulle valutazioni diffuse da Agenas in occasione della nuova edizione del “Sistema nazionale di valutazione delle performance delle Aziende sanitarie e ospedaliere”, presentato al Forum Risk Management di Arezzo. Il direttore del Dipartimento Politiche della Salute Vito Montanaro e il dirigente della Sezione Promozione della Salute Nek Albano contestano pubblicamente l’esito delle analisi che collocano la Asl Bari tra le peggiori realtà nazionali in tutti e tre i programmi di screening oncologici, definendo il quadro rappresentato “del tutto non corrispondente ai dati ufficiali trasmessi dalla Regione”.

Secondo i due dirigenti, si tratterebbe di un errore macroscopico di elaborazione, del tutto analogo a quello verificatosi nel maggio 2025 all’interno della “Sesta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali”. Anche allora, la Puglia fu costretta a richiedere la correzione delle percentuali riferite agli screening, con conseguente rettifica del documento da parte di AGENAS e ripubblicazione dei dati.

La Regione giudica “difficile da accettare” che, a distanza di pochi mesi, l’Agenzia nazionale possa reiterare una simile difformità, diffondendo informazioni che “mortificano il lavoro svolto dalle strutture regionali e dalle Aziende Sanitarie Locali” e alimentano una percezione distorta della situazione pugliese. Il momento è particolarmente delicato, osservano Montanaro e Albano, perché la Puglia sta registrando un recupero significativo sugli obiettivi fissati dai Livelli Essenziali di Assistenza, recupero riconosciuto nelle sedi istituzionali competenti.

I dati reali: la Puglia non è fanalino di coda

La Regione riporta i valori trasmessi ufficialmente ad AGENAS, gli stessi utilizzati per il monitoraggio dei LEA, che delineano un quadro del tutto opposto a quello comparso sul portale dell’Agenzia. Per gli screening oncologici riferiti alla popolazione target, i numeri sono i seguenti.

Per lo screening della mammella, fascia 50-69 anni, la Puglia registra una adesione del 45%, con un 38% nella ASL Bari, 60% nella ASL BT, 58% a Brindisi, 40% a Foggia, 39% nella ASL Lecce e 53% nella ASL Taranto. Per lo screening del colon retto, stessa fascia di età, l’adesione regionale è del 24%, oscillando dal 17% della ASL Foggia al 31% della ASL BT. Per lo screening della cervice uterina, 25-64 anni, la Regione presenta una adesione del 40%, con picchi del 48% a Brindisi e del 47% a Taranto.

Valori del tutto incompatibili con quelli pubblicati da AGENAS, che attribuiscono alla ASL Bari, per esempio, un’adesione allo screening mammografico del 3,8%, dato giudicato “impossibile” dalla Regione.

L’ONS conferma il miglioramento della Puglia

Il contesto ricostruito dagli uffici regionali trova riscontro anche nei dati dell’Osservatorio Nazionale Screening, riferiti al 2024, che mostrano una crescita significativa dei programmi di prevenzione nelle Regioni del Sud e delle Isole. la Puglia, analizzano Montanaro e Albano, si colloca fra le realtà con i trend più positivi grazie all’aumento degli inviti e della partecipazione.

I numeri dell’ONS evidenziano per la Puglia una estensione dello screening cervicale del 151,8%, superiore alla media italiana del 117,2% e ampiamente oltre quella del Sud (108,1%). L’adesione raggiunge il 41,7%, in linea con la media nazionale del 42% e nettamente superiore al dato del Sud (32,7%).

Per lo screening mammografico, la Regione registra un’estensione dell’88,7%, vicina alla media italiana del 97,3% e superiore a quella del Sud (87,5%), mentre l’adesione sale al 55,5%, superando sia la media nazionale (53,8%) sia quella meridionale (40,1%). Sul fronte del colon retto, l’estensione pugliese tocca il 105%, rispetto al 94% italiano e all’84,5% del Sud, mentre l’adesione si attesta al 24,9%, valore comunque più elevato rispetto al 21,1% registrato nel Sud.

Questi dati, sottolinea la Regione, sono stati richiamati anche nel corso del Forum Risk Management, dove la Puglia è stata indicata come esempio positivo di recupero delle performance nella macro-area Centro-Sud.

Chi può elaborare i dati sugli screening

Nel suo intervento, la Regione richiama con forza il quadro istituzionale stabilito dall’Accordo Stato-Regioni del 13 febbraio 2025, che definisce l’Osservatorio Nazionale Screening oncologici come unico organo tecnico-scientifico incaricato della raccolta, elaborazione e analisi dei flussi informativi relativi ai programmi di screening.

L’Osservatorio, istituito presso ISPRO Toscana, opera in raccordo con i Coordinamenti regionali e fornisce gli indicatori necessari anche alla verifica degli adempimenti LEA. Le richieste formulate da AGENAS alle Regioni, si legge nella nota, risultano sovrapposte a tali funzioni e comportano rischi di duplicazione, incoerenze metodologiche e divergenze interpretative.

Una posizione condivisa anche dal Coordinamento Interregionale Prevenzione, che con una comunicazione del 28 novembre 2025 ha messo in guardia il Ministero della Salute sull’assenza, per AGENAS, di un mandato tecnico-scientifico specifico in materia oncologica, invitando l’Agenzia a utilizzare i dati già validati dall’ONS.

Le richieste della Regione Puglia

La Regione annuncia due iniziative immediate. La prima è una richiesta formale ad AGENAS di verifica dei dati “macroscopicamente incoerenti” e di rettifica urgente delle informazioni divulgate, con contestuale comunicazione agli organi di stampa che hanno ripreso i dati errati.

La seconda è il sostegno alla posizione già espressa dal Coordinamento Interregionale Prevenzione, affinché i Ministeri competenti chiariscano in modo definitivo ruoli e responsabilità di ONS, AGENAS e Ministero nella produzione dei dati sugli screening oncologici, garantendo unicità dei flussi informativi, trasparenza nei metodi e pieno rispetto delle competenze sancite dagli Accordi Stato-Regioni.

Una presa di posizione netta, quella della Puglia, che mira a difendere non solo la correttezza dei numeri, ma anche il lavoro svolto da migliaia di professioniste e professionisti impegnati nella prevenzione oncologica su tutto il territorio regionale.

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