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Roma
30 Novembre 2025 - 06:27
Il vertice sull'ex Ilva a Roma
TARANTO - L’Unione sindacale di base definisce “privo di sviluppi concreti” l’incontro tenuto venerdì al Mimit sulla vertenza ex Ilva, ritenuto insufficiente per affrontare il futuro dello stabilimento di Taranto e dell’intero gruppo Acciaierie d’Italia. Il sindacato sottolinea che la sola novità emersa riguarda la prosecuzione delle attività nei siti di Genova e Novi Ligure, mentre l’impianto di Racconigi resta completamente fermo.
Usb lamenta che il confronto abbia mostrato uno scambio tra livelli istituzionali che, a loro giudizio, sarebbe dovuto avvenire prima del vertice ministeriale, così da presentare misure concrete davanti ai rappresentanti dei lavoratori. Per l’organizzazione sindacale, continuare a rinviare le decisioni significa lasciare in sospeso una vertenza che coinvolge circa 18 mila addetti, compresi i dipendenti di Acciaierie d’Italia, dell’indotto e dell’Ilva in amministrazione straordinaria.
Il sindacato ribadisce la richiesta di nazionalizzare il gruppo, sostenendo che questa strada sia percorribile e citando come esempio quanto avviene in Francia, dove la proposta di nazionalizzare ArcelorMittal France ha ottenuto l’approvazione della Camera dei Deputati ed è ora attesa al Senato. Usb ritiene che un intervento pubblico possa garantire una prospettiva stabile per tutti gli stabilimenti.
Nel loro intervento, i rappresentanti di Genova hanno rimarcato il ruolo centrale della banda stangata, ritenuta decisiva per il futuro industriale di Acciaierie d’Italia. Senza un piano credibile e una direzione chiara, avverte il sindacato, anche i siti di Genova, Novi Ligure e Racconigi rischiano di essere trascinati nel declino legato alla crisi di Taranto.
Usb afferma di condividere con istituzioni e amministrazioni locali l’attesa di una soluzione alternativa all’attuale gestione privata, una via capace di assicurare continuità e sviluppo. Alla luce di un incontro giudicato del tutto privo di prospettive, se non la prosecuzione della cassa integrazione, il sindacato chiede misure straordinarie per la tutela occupazionale, ritenute necessarie per salvaguardare migliaia di famiglie legate al futuro del polo siderurgico.
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