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Il fatto

Bari e Bat verso il 2026 da capitali della cultura d’impresa

Confindustria assegna il titolo alle due realtà pugliesi. Un anno di iniziative gratuite tra territorio, scuola e imprese, con avvio a febbraio e uno sguardo proiettato al 2046

Bari e Bat verso il 2026 da capitali della cultura d’impresa

Bari e Bat verso il 2026 da capitali della cultura d’impresa

BARI - Bari e Barletta-Andria-Trani guideranno nel 2026 il percorso nazionale dedicato alla cultura d’impresa promosso da Confindustria. Per dodici mesi l’area metropolitana barese e la sesta provincia pugliese saranno al centro di un programma diffuso, con eventi aperti alla cittadinanza pensati per rafforzare il rapporto fra mondo produttivo, cultura, scuola e comunità. Il calendario, che prevede incontri, spettacoli, progetti nelle scuole, podcast e partecipazioni a festival letterari e cinematografici, prenderà il via a febbraio con un appuntamento dedicato a immaginare lo scenario del 2046.

Il riconoscimento è stato annunciato pubblicamente il 28 novembre a Bari dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini durante l’Assemblea generale dell’associazione, ospitata nello stabilimento Baker Hughes. Nell’occasione, Mario Aprile ha ricevuto il testimone da Costanzo Jannotti Pecci, alla guida dell’Unione Industriali di Napoli, città che ha detenuto il titolo nel 2025. Per il Mezzogiorno si tratta della seconda attribuzione in pochi anni, segnale, secondo Confindustria, della vitalità industriale espressa dal Sud.

La designazione rientra nel progetto avviato nel 2019 con l’obiettivo di coinvolgere ogni anno una o più territoriali nella valorizzazione delle economie locali attraverso nuove iniziative e collaborazioni. Aprile ha definito la scelta un’occasione per affermare che l’impresa non è soltanto generatrice di ricchezza, ma luogo di confronto, cultura e costruzione del futuro. Ha spiegato che l’annuncio, inserito nel giorno dell’assemblea intitolata “Ambizioni”, vuole rimarcare la volontà del Sud di crescere, attrarre investimenti e superare gli squilibri accumulati nel tempo.

Nel suo intervento, Orsini ha ricordato che le imprese sono comunità in cui tradizione e innovazione si intrecciano e in cui si formano nuove generazioni, contribuendo alla coesione sociale. Il presidente ha sottolineato che le realtà produttive con più di dieci dipendenti, circa 250 mila in Italia, assicurano quasi l’80% del welfare nazionale, un dato spesso ignorato ma fondamentale per capire il ruolo economico e sociale del sistema industriale. Ha aggiunto che iniziative come la Settimana della Cultura d’Impresa e la nuova Giornata Nazionale Imprese Aperte nascono proprio per rafforzare la consapevolezza di questa funzione.

Jannotti Pecci, tracciando il bilancio dell’esperienza napoletana, ha evidenziato che la cultura d’impresa racchiude etica, responsabilità e capacità innovativa. Ha spiegato che il percorso costruito durante il 2025 mira a lasciare un metodo e una visione condivisi a livello nazionale e si è detto soddisfatto che a raccogliere il testimone sia la territoriale di un’altra grande città del Mezzogiorno come Bari.

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