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Il vertice a Roma

Ex Ilva, Urso: “Nessuna chiusura. Continuità produttiva e sicurezza dei lavoratori al centro del piano”

Dal confronto con sindacati, Regioni e Comuni il Ministro conferma le produzioni negli stabilimenti del Nord e l’impegno a rilanciare Taranto attraverso manutenzioni, investimenti e nuove aree per la reindustrializzazione

Vertice a Roma sull'ex Ilva

Vertice a Roma sull'ex Ilva

ROMA - Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha voluto spazzare via ogni dubbio sul futuro dell’ex Ilva, ribadendo che non esiste alcun progetto di chiusura, ma un percorso mirato a garantire la continuità produttiva e, soprattutto, la sicurezza dei lavoratori coinvolti nel sito siderurgico più importante del Paese. Un chiarimento arrivato nel corso dell’incontro tenuto a Palazzo Piacentini con le segreterie sindacali territoriali e con i rappresentanti di Puglia, Liguria e Piemonte, oltre che degli enti locali sede degli stabilimenti.

Nell’avvio dei lavori, il Ministro ha ricordato che il tavolo è stato convocato accogliendo le richieste provenienti dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova, assieme alle rappresentanze sindacali degli stabilimenti del Nord, e successivamente da quelle pugliesi, comprese Fim, Fiom, Uilm e Usb, oltre che dal presidente della Regione Puglia, dalla Provincia e dal sindaco di Taranto. Una pluralità di interlocutori che conferma la complessità del dossier e la centralità del confronto istituzionale.

Urso ha precisato che non ci sarà alcun ulteriore ricorso alla cassa integrazione, punto ribadito già nell’ultimo tavolo tenuto a Palazzo Chigi, mentre sono state avviate attività di manutenzione definitive per la piena ripresa produttiva. “Le manutenzioni – ha spiegato – sono indispensabili per raggiungere la capacità massima possibile e garantire condizioni di lavoro sicure”.

Durante la riunione, i commissari straordinari hanno annunciato il proseguimento della produzione di banda stagnata a Genova e del prodotto zincato a Novi Ligure, assicurando l’impiego di 849 lavoratori. Le attività di formazione coinvolgeranno 701 dipendenti, un numero sensibilmente ridotto rispetto alle 1.550 unità inizialmente previste.

Un passaggio significativo è stato dedicato alle prospettive industriali future. I commissari hanno confermato che sono in corso i negoziati con i due player che hanno partecipato alla gara, ai quali si sono aggiunti due nuovi soggetti industriali extra-UE, anch’essi interessati a un ingresso nella nuova governance dell’ex Ilva. La procedura permette inoltre di individuare e rendere disponibili le aree inutilizzate degli stabilimenti, sia a Taranto sia nei siti del Nord, un passaggio chiave per attirare nuovi investimenti e generare ulteriori opportunità occupazionali.

Urso ha spiegato che questo capitolo sarà oggetto di un confronto nelle prossime settimane con presidenti di Regione e sindaci: “Più acceleriamo la decarbonizzazione, più diventa strategico investire subito nelle aree libere, favorendo una rapida reindustrializzazione e creando nuove condizioni d’impiego sui territori”.

Il Ministro ha concluso richiamando alla responsabilità condivisa: “Serve un impegno comune di Governo, istituzioni locali e parti sociali per arrivare a una soluzione industriale stabile e sostenibile. Questa sfida non riguarda un solo territorio, ma l’intero Paese”.

Un messaggio che conferma la linea del Governo e rilancia un percorso che, nei prossimi mesi, sarà decisivo per il futuro della siderurgia italiana e per migliaia di famiglie che guardano all’ex Ilva come a un nodo economico irrinunciabile per il Mezzogiorno e l’intero sistema industriale nazionale.

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