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Bari
28 Novembre 2025 - 09:55
Agroalimentare
BARI - La Dop economy pugliese continua a crescere e raggiunge un valore complessivo di 711 milioni di euro, con un aumento del 12,2% legato alle produzioni certificate Dop e Igp. A comunicarlo è Coldiretti Puglia, che fa riferimento al XXIII Rapporto Ismea-Qualivita sulle eccellenze agroalimentari e vitivinicole italiane, diffuso in concomitanza con l’approvazione al Senato del disegno di legge sui reati agroalimentari, il cosiddetto ddl Agroalimentare n. 1519, collegato alla manovra.
Secondo Coldiretti, il provvedimento rappresenta un passo storico per la tutela dell’intera filiera agroalimentare, soprattutto per quei prodotti che costituiscono la punta di diamante dell’economia di qualità. L’organizzazione evidenzia il ruolo del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, definito coraggioso per aver sostenuto e portato avanti una riforma attesa da 10 anni e ispirata alla cosiddetta Legge Caselli, più volte appoggiata dall’Osservatorio Agromafie.
Il ddl, approvato in prima lettura al Senato, passa ora alla Camera. Si tratta di un testo che affonda le sue radici nel 2015, quando venne istituita la Commissione Caselli, guidata dal magistrato Gian Carlo Caselli, oggi presidente del Comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie. La struttura originaria è stata ampliata grazie alle audizioni svolte a livello ministeriale, parlamentare e con le forze dell’ordine, con l’obiettivo di aggiornare in modo organico il sistema normativo dei controlli.
L’introduzione nel codice penale di un capo dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare viene considerata da Coldiretti un progresso indispensabile per contrastare con maggiore efficacia le frodi nel settore. Una novità rilevante è il riconoscimento del reato di agropirateria, che individua la pericolosità criminale di attività fraudolente organizzate e reiterate. Apprezzamento anche per il rafforzamento delle sanzioni amministrative relative a etichettatura, origine, ingredienti e denominazioni, temi centrali per la tutela delle produzioni certificate.
Coldiretti ricorda infine come la battaglia per la tutela dell’origine e contro l’italian sounding resti uno dei punti fermi dell’organizzazione. La normativa doganale attuale, spiegano, consente di “trasformare” manufatti stranieri in pseudo prodotti italiani tramite l’ultima fase di lavorazione, pratica che danneggia consumatori e imprese. Da qui l’auspicio che la riforma venga approvata rapidamente anche alla Camera per garantire strumenti più incisivi a difesa del Made in Italy.
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