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Bari
27 Novembre 2025 - 08:22
Pescherecci
BARI – Un attacco durissimo alle nuove proposte della Commissione europea sulla regolamentazione della pesca arriva dal presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio, che denuncia misure giudicate “ingiuste” e potenzialmente devastanti per il settore. Secondo quanto affermato, l’Unione europea avrebbe introdotto un pacchetto di restrizioni che rischia di “affossare definitivamente” imprese e lavoratori italiani.
Scognamiglio contesta in particolare la richiesta di ridurre lo sforzo di pesca nel Mar Mediterraneo: meno 64 per cento per lo strascico e meno 25 per cento per i palangari, oltre a nuovi limiti per le catture di gamberi e pelagici. Un quadro che, a suo giudizio, porterebbe a un vero collasso del comparto, già segnato da anni di difficoltà.
Il dirigente ricorda che pescatori e organizzazioni hanno sempre manifestato disponibilità al confronto e alla modernizzazione del settore, impegnandosi su sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità e conservazione dello stock ittico. Tuttavia, osserva come le decisioni di Bruxelles si rivelino “irragionevoli e ostili”, incapaci di considerare le esigenze delle marinerie e le ricadute per le comunità che vivono di pesca.
Scognamiglio parla di una politica comunitaria segnata da un “deficit democratico”, incapace di ascoltare le categorie coinvolte e di valutare l’impatto socio-economico delle proprie scelte. Sottolinea inoltre che tali restrizioni appaiono ancor meno giustificate se si osserva l’evoluzione del settore italiano, caratterizzato da una forte riduzione delle imbarcazioni attive e da un ampliamento delle aree vietate alla pesca, elementi che hanno già ridotto in modo significativo l’impatto delle attività.
Il presidente annuncia quindi che Unci AgroAlimentare è pronta a “dare battaglia” in tutte le sedi affinché la proposta venga respinta e sostituita da un percorso diverso, che tenga conto anche delle compatibilità economiche e occupazionali. Nel suo intervento esprime apprezzamento per la posizione assunta dal sottosegretario Patrizio La Pietra, che a nome del governo ha criticato apertamente la linea della Commissione e si è impegnato a respingere le misure nell’ambito dell’organismo Agrifish, chiedendone una revisione radicale.
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