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Taranto

"La vertenza ex Ilva non può essere divisa. Meloni convochi anche i sindacati di Taranto"

Il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia denuncia l’assenza di un vero piano industriale e accusa l’esecutivo di dividere la vertenza tra Nord e Sud. “La Premier riferisca in Parlamento: servono risorse e una strategia per salvare l’acciaio italiano”

I blocchi stradali davanti all'ex Ilva

I blocchi stradali davanti all'ex Ilva a Taranto

TARANTO - Si fa durissimo il giudizio di Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito Democratico, sulla gestione governativa della crisi dell’ex Ilva. In una nota, il parlamentare pugliese accusa il ministro delle Imprese Adolfo Urso di aver condotto il gruppo siderurgico “verso la chiusura”, parlando di un “fallimento evidente” dopo anni di promesse non mantenute.

Secondo Boccia, dopo tre anni di annunci e rassicurazioni, il governo non ha ancora presentato un progetto credibile per Taranto né per gli altri siti produttivi. «Non esiste nessun piano, nessuna risorsa, nessun partner industriale – afferma – e questo disastro non può ricadere sugli enti locali né, tantomeno, sui lavoratori che hanno dedicato la vita a questa azienda».

Per il senatore dem, quello presentato dall’esecutivo e definito “piano industriale” sarebbe in realtà un «piano di chiusura mascherata», fatto di reparti spenti, corsi di formazione al posto della cassa integrazione e nessuna prospettiva reale per la produzione di acciaio in Italia. Boccia richiama le proteste in corso: «Lo denunciano i sindacati, lo testimoniano scioperi, presidi e strade bloccate a Taranto, Genova e Novi Ligure».

Durissimo anche il passaggio sulla convocazione del tavolo per gli stabilimenti del Nord, senza coinvolgere Taranto: «È un fatto gravissimo – sostiene – la vertenza non può essere divisa. Taranto deve essere convocata subito al tavolo nazionale».

Il senatore esprime solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie e chiede alla premier Giorgia Meloni di assumersi «la responsabilità politica di anni perduti» presentandosi in Parlamento per chiarire quale sia la reale strategia del governo. «Serve un piano serio, con risorse adeguate e con il coinvolgimento di imprese pubbliche e private, per salvare l’ex Ilva e il futuro della siderurgia italiana», conclude Boccia.

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