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Il fatto
20 Novembre 2025 - 12:03
I blocchi stradali davanti all'ex Ilva a Taranto
GENOVA - La tensione sul fronte ex Ilva si estende oltre Taranto e investe anche gli stabilimenti del Nord. Dopo il fallimentare incontro tra governo e sindacati avvenuto martedì scorso a Palazzo Chigi, ieri a Genova è scattata l’occupazione degli impianti, segno di una protesta che non conosce più confini territoriali.
Di fronte all’escalation, l’esecutivo prova a intervenire. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per venerdì 28 novembre, alle 15.30, una riunione a Palazzo Piacentini per fare il punto sul destino degli stabilimenti settentrionali del gruppo siderurgico. L’incontro è stato organizzato su richiesta delle organizzazioni sindacali e degli enti locali, preoccupati per l’assenza di certezze dopo le comunicazioni dei commissari al Tavolo Ilva.
Al centro del confronto ci saranno i siti di Genova-Cornigliano in Liguria, Novi Ligure e Racconigi in Piemonte. La convocazione arriva per aggiornare lavoratori e territori sul piano di manutenzione degli impianti e sui programmi di formazione del personale illustrati dai commissari nell’ultimo vertice interministeriale.
Dopo aver appreso della convocazione ministeriale riguardante solo i siti del Nord, le Segreterie Territoriali Fim, Fiom, Uilm e USB pugliesi "ritengono un elemento divisivo del gruppo, dividere gli incontri che fino ad oggi hanno avuto una regia a Palazzo Chigi. Chiediamo pertanto che il tavolo venga convocato alla presenza di tutte le istituzioni locali e regionali per tutto quanto il gruppo. La mobilitazione, in assenza di tale convocazione, proseguirà ad oltranza".
La protesta si prepara così a vivere un nuovo capitolo, mentre da Nord a Sud i lavoratori chiedono garanzie chiare sul futuro produttivo di un gruppo industriale che, da anni, resta sospeso tra incertezze, tavoli di crisi e promesse mancate.
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