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Putignano

Tutto pronto per il Festival della Scaramanzia: riti, credenze e ironia nella Cripta di San Domenico

L’Accademia delle Corna inaugura il 17 novembre alle 17.17 un percorso tra superstizioni popolari, guarigioni ancestrali, tradizioni pugliesi e contaminazioni francesi. In scena masciare, racconti di malocchio, pizzica terapeutica e simboli portafortuna

Il Festival della Scaramanzia a Putignano

Il Festival della Scaramanzia a Putignano

PUTIGNANO - Prenderà il via il 17 novembre 2025 alle 17.17, nella suggestiva Cripta della Chiesa di San Domenico, il Festival della Scaramanzia curato dall’Accademia delle Corna, un appuntamento interamente dedicato ai riti popolari che da secoli accompagnano il tentativo umano di tenere lontana la sfortuna. Protagonista assoluto sarà il gesto delle corna con le dita rivolte verso il basso, considerato ancora oggi uno dei più diffusi talismani contro la malasorte.

Nonostante i progressi scientifici, scaramanzia e superstizione restano presenti nella quotidianità. A introdurre la manifestazione saranno esperti di tradizioni popolari e giornalisti, chiamati a raccontare con tono ironico i meccanismi con cui l’uomo cerca da sempre di combattere il dubbio e alimentare la convinzione di essere protetto da influenze negative, talvolta evitando persino i gatti neri. Il dibattito accompagnerà storie di guarigioni, magie arcaiche e rituali sospesi tra credenze e fede.

Una parte del festival sarà dedicata al confronto tra le abitudini scaramantiche di Puglia e Francia, per comprendere dove sopravviva con più forza la superstizione. In programma anche l’intervento delle masciare della Valle d’Itria, che mostreranno i tradizionali riti per allontanare l’“affascino”, mentre le donne della Pro Loco di Latiano presenteranno antichi filtri d’amore, eredità di una sapienza tramandata per generazioni.

Non mancherà un momento dedicato a chi ha trasformato la jella in risorsa, come l’associazione del paese lucano che, per tradizione, non si può nominare: il gruppo “Sognando il magico paese” metterà in scena un racconto spettacolarizzato su malocchio, fatture e riti di protezione.

Tra i simboli portafortuna spiccherà il ferro di cavallo donato dal Maniscalco, realizzato in una versione laminata in oro per rafforzarne il valore augurale e accostato all’immancabile cornicello napoletano. A seguire, spazio alla pizzica dell’associazione “Le Radici del Sud” di Ostuni, proposta nella sua dimensione originaria, legata alla cura delle tarantate.

Il percorso sensoriale si arricchirà dell’angolo gastronomico curato dalla Brigata delle Corna, dove il protagonista sarà il peperoncino, celebrato per la sua componente simbolica e presentato nella preparazione chiamata “I fili speziati”.

L’intero immaginario scaramantico sarà sintetizzato in un’illustrazione firmata dall’artista Nicola Genco, mentre nel finale è prevista la partecipazione dei Gran Cornuti dal 2010 ad oggi, chiamati a ricordare la storica maschera dell’Accademia delle Corna: Cosimino.

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