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Il fatto
14 Novembre 2025 - 06:27
Corteo studentesco - archivio
BARI e TARANTO - Una nutrita rappresentanza di studenti delle associazioni Osa, Cambiare Rotta, Uds e Zona Franka ha organizzato nella giornata di ieri un presidio davanti al teatro Petruzzelli, dove il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara era intervenuto per presentare il suo nuovo libro all’interno del Circolo Unione. Fin dalle prime ore della mattinata i manifestanti hanno intonato cori diretti contro il ministro, accompagnati da bandiere palestinesi, sottolineando la loro contrarietà alle scelte del governo in materia di scuola. Secondo loro, il titolare del dicastero “non può parlare di buonsenso”, accusandolo di portare avanti riforme giudicate lontane dalle esigenze degli studenti.
Tra le voci emerse durante il presidio quella di Anna Chiara, iscritta al quinto anno del liceo linguistico, che ha contestato in particolare la riduzione degli anni di studio nei percorsi tecnici e professionali e l’assenza di un’educazione sessuale strutturata nelle scuole, ritenendo queste scelte un passo indietro nella formazione dei giovani.
La giornata di mobilitazione proseguirà dalle 9 di oggi, venerdì 14 novembre, quando gli studenti di Uds, Udu e Zona Franka partiranno in corteo da piazza Umberto, in occasione dello sciopero nazionale. L’obiettivo dichiarato è “difendere la scuola e l’università pubblica da chi vuole trasformare il diritto allo studio in un privilegio riservato solo a chi può permetterselo”, come spiegano gli organizzatori.
Anche a TARANTO è stato promosso un corteo studentesco, inserito nella più ampia ondata di proteste che ha coinvolto decine di migliaia di giovani in tutta Italia.
La mobilitazione non si limitata alla Puglia. Da Milano a Roma, infatti, le principali città del Paese saranno attraversate da cortei che denunciano sia la nuova manovra economica sia la posizione del governo Meloni sul conflitto in Medio Oriente. Gli studenti accusano l’esecutivo di ignorare le criticità strutturali dell’istruzione pubblica mentre aumentano le risorse destinate al comparto militare.
Tra le testimonianze raccolte, quella di Monica Traversa, che ha sintetizzato il malessere diffuso: “Ci stanno rubando il futuro”, ha detto, ricordando che la nuova manovra prevede 869 milioni di euro di tagli all’istruzione, nonostante molti istituti siano in condizioni precarie e gli insegnanti italiani risultino tra i meno retribuiti in Europa. Traversa ha contestato anche l’alternanza scuola-lavoro, definita una pratica che costringe i ragazzi a “lavorare gratis con la scusa dell’esperienza”.
La giovane attivista ha poi puntato il dito contro l’aumento delle spese militari: “Lo stesso governo che riduce i fondi per scuola, sanità e pensioni decide di portare il budget della difesa da 35 a 135 miliardi in dieci anni”, una scelta che, secondo lei, evidenzierebbe una chiara priorità politica a favore del riarmo.
In chiusura, Traversa ha legato la protesta alle posizioni del governo sul conflitto a Gaza: “Meloni è complice del genocidio, mentre in Palestina continuano a morire donne e bambini. Siamo in piazza per chiedere le dimissioni di un governo della guerra”.
Le manifestazioni, diffuse da Nord a Sud, continueranno nelle prossime ore con ulteriori iniziative organizzate dalle principali sigle studentesche.
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