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Taranto
11 Novembre 2025 - 22:16
Michele De Palma
Dichiarazione di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, al termine del vertice a Roma
ROMA – Delusione, rabbia e amarezza. È questo il sentimento che accompagna i sindacati metalmeccanici all’uscita da Palazzo Chigi, dove si è tenuto il vertice tra governo e rappresentanti dei lavoratori sull’ex Ilva. Un incontro atteso da mesi e che, nelle parole del segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma, si è trasformato in una “doccia gelata”.
"La rimodulazione delle attività da qui a fine dicembre richiederà l'incremento del ricorso alla cig da 4.550 a circa 5.700 unità, con integrazione del reddito". Lo avrebbe detto ai sindacati il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, spiegando come dal 1 gennaio a causa del fermo cokerie per i lavori necessari alla de-carbonizzazione ci saranno invece 6.000 persone in cassa.
“Il governo ha presentato di fatto oggi un piano che è un piano di chiusura – ha dichiarato De Palma – perché ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori che finiscono in cassa integrazione. Non esiste un piano con un sostegno finanziario al rilancio e alla decarbonizzazione. Per questo, come Fiom, Fim e Uilm abbiamo deciso di andare tra le lavoratrici e i lavoratori per spiegare che la scelta del governo, per quanto ci riguarda, è una scelta che contrasteremo con tutti gli strumenti possibili, perché è impensabile che il fallimento della gestione fino a oggi venga scaricato su di loro”.
Secondo il segretario della Fiom, la proposta dell’esecutivo “non ha nulla a che vedere con il piano condiviso nei mesi scorsi con governo e commissari”, un piano che avrebbe dovuto puntare al rilancio e alla decarbonizzazione degli impianti tarantini. “Abbiamo chiesto al governo di ritirare il testo che ci è stato presentato – ha aggiunto De Palma – ma ci è stato detto di no. Ricordo che da mesi chiediamo un incontro per capire come stavano andando le trattative con i soggetti interessati, e invece oggi ci troviamo davanti a un testo che prevede di fatto la chiusura delle cokerie. È del tutto evidente che questo documento rappresenta un arretramento drammatico rispetto agli impegni presi”.
De Palma ha definito il nuovo scenario “un colpo durissimo per tutti gli stabilimenti del gruppo”, con conseguenze “sociali e occupazionali devastanti”. “Se il governo non ritirerà la proposta – ha proseguito – andremo dai lavoratori per discutere con loro come proseguire la mobilitazione. Il testo presentato deve essere ritirato e il governo deve tornare a negoziare seriamente con la rappresentanza dei lavoratori”.
L’incontro a Palazzo Chigi, che doveva chiarire le prospettive del sito siderurgico di Taranto e dei poli collegati, si chiude dunque in un clima di totale rottura. Le sigle sindacali annunciano che nelle prossime ore valuteranno iniziative di protesta e assemblee negli stabilimenti, decise a non accettare un piano che, a loro dire, “equivale alla resa industriale di un intero comparto”.
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