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Gallipoli

Operatore ecologico inseguito e ferito a colpi di fucile: la madre mette in fuga i sicari

Il 45enne è stato colpito alla spalla da proiettili calibro 22 mentre rientrava a casa. Le urla della donna hanno evitato una tragedia

L'ospedale Vito Fazzi di Lecce

L'ospedale Vito Fazzi di Lecce

GALLIPOLI - Terrore ieri sera in via Carlo Massa, dove un operatore ecologico di 45 anni è stato vittima di un violento agguato a colpi di fucile. L’uomo, residente in una delle palazzine della zona, è stato inseguito e raggiunto da due persone armate, fuggite subito dopo l’attacco. A impedire che la sparatoria avesse un epilogo drammatico è stata la madre della vittima, che affacciata al balcone ha iniziato a urlare disperatamente, costringendo i sicari a darsi alla fuga.

Secondo le prime ricostruzioni, l’agguato si è consumato intorno alle 19.45, nei pressi dei garage dell’abitazione dell’uomo. I killer sarebbero arrivati a bordo di uno scooter, esplodendo diversi colpi di fucile calibro 22. Il 45enne è stato raggiunto da almeno quattro proiettili, uno dei quali si è conficcato più in profondità nella spalla destra.

Nonostante le ferite, l’uomo è riuscito a raggiungere autonomamente il pronto soccorso dell’ospedale di Gallipoli, dove è stato medicato d’urgenza. Successivamente è stato trasferito al “Vito Fazzi” di Lecce, dove si trova tuttora ricoverato. Le sue condizioni sono considerate serie ma non in pericolo di vita.

Sul luogo dell’agguato sono intervenute le forze dell’ordine per effettuare i rilievi e raccogliere le prime testimonianze. Gli investigatori stanno lavorando per identificare i due aggressori e chiarire il contesto in cui è maturato l’attacco.

Secondo quanto trapelato, nel pomeriggio la vittima sarebbe stata notata nel centro storico in evidente stato di agitazione, forse dopo aver ricevuto minacce. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe rivelarsi decisivo per ricostruire la dinamica e il movente dell’agguato.

Le indagini della Polizia di Stato proseguono senza sosta: si analizzano le immagini di videosorveglianza della zona e si ascoltano i testimoni, nel tentativo di risalire ai responsabili e comprendere se l’episodio sia collegato a contrasti personali o ambienti criminali locali.

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