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Taranto

Nuova fuga di gas alla cokeria dell’ex Ilva: l’allarme di VeraLeaks sui rischi per gli operai

Luciano Manna denuncia un episodio avvenuto alla batteria numero 7 di Acciaierie d’Italia. I sensori avrebbero registrato valori “a fondo scala”, segno di pericolo per la sicurezza. “Silenzio complice, serve chiarezza sull’uso dei fondi pubblici”

Ex Ilva

Ex Ilva - archivio

TARANTO - Una fuga di gas nella zona cokeria dello stabilimento Acciaierie d’Italia, ex Ilva, ha riacceso le preoccupazioni per la sicurezza degli impianti e dei lavoratori. L’episodio, avvenuto nei giorni della scorsa settimana e non reso pubblico dalle istituzioni, è stato denunciato da Luciano Manna, fondatore di VeraLeaks, che in una nota parla di “una situazione di grave rischio per l’incolumità degli operai”.

Secondo quanto riferito, il guasto si sarebbe verificato alla batteria numero 7, dove i rilevatori installati sugli impianti avrebbero segnalato valori a fondo scala, evidenziando la presenza anomala di gas. Un segnale, spiega Manna, “che testimonia un pericolo concreto per chi lavora all’interno della fabbrica”.

Chi deve vigilare su questi impianti deve assumersi le proprie responsabilità – denuncia il fondatore di VeraLeaks –. È necessario che le autorità preposte informino l’opinione pubblica e la Procura di Taranto di episodi simili. Il silenzio, in questi casi, diventa una forma di complicità nella gestione di strutture ormai logore e insicure”.

L’attivista ricorda che la batteria 7 era stata rimessa in esercizio nel 2021, dopo interventi di adeguamento ambientale realizzati tra febbraio e giugno di quell’anno, come riportato nei documenti Ispra. L’impianto era poi stato fermato il 7 febbraio 2024 e riavviato il 26 settembre dello stesso anno, ma – denuncia Manna – “nonostante le manutenzioni, continua a mostrare segni di malfunzionamento e fuoriuscite di gas incontrollato”.

VeraLeaks sottolinea che episodi di questo tipo, ormai ricorrenti, “sono diventati parte della normalità in fabbrica, ma rappresentano un chiaro segnale di potenziale incidente rilevante, come ben sanno gli organi di controllo”.

Nella sua dichiarazione, Manna riporta anche la questione del danno erariale sugli impianti e chiede di verificare “come siano stati spesi i fondi pubblici destinati all’ambientalizzazione”. “Ricordiamo – aggiunge – l’incidente del 7 maggio scorso sull’altoforno 1, finito sotto sequestro dopo l’ennesimo guasto: per quell’impianto erano stati investiti 150 milioni di euro”.

L’altoforno 1, secondo la ricostruzione di VeraLeaks, era stato fermato nel dicembre 2012, riavviato nell’agosto 2015 dopo gli interventi ambientali, nuovamente bloccato il 1° agosto 2023, e infine posto sotto sequestro nel maggio 2025 a seguito dell’ultimo incidente.

Il caso della cokeria e quello dell’altoforno dimostrano che i problemi di sicurezza restano irrisolti – conclude Manna –. È tempo che le istituzioni facciano piena luce sulla gestione degli impianti e sull’effettivo utilizzo delle risorse pubbliche destinate al loro risanamento”.

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