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Palagiano
14 Ottobre 2025 - 08:12
Incendio a Palagiano
PALAGIANO – Una notte di paura lungo la costa jonica, dove un incendio scoppiato l’11 ottobre ha minacciato la pineta costiera di Palagiano e la vicina Riserva Naturale Biogenetica, uno dei patrimoni ambientali più preziosi della provincia di Taranto. Solo il pronto intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile locale ha evitato che le fiamme distruggessero un’area sottoposta ai più rigidi vincoli di tutela regionale, nazionale ed europea.
Dalla soddisfazione per il disastro evitato, tuttavia, emerge la rabbia per una vicenda che si ripete. In una nota firmata dal presidente Cosimo Monaco e dal responsabile per la tutela del territorio Preneste Anzolin, l’associazione ambientalista punta Legambiente il dito contro l’inerzia dell’amministrazione comunale, accusata di non aver mai proceduto alla demolizione del villaggio abusivo “Pino di Lenne”, da cui sarebbe partito l’incendio.

L'incendio al villaggio “Pino di Lenne”
L’area, sottoposta a vincolo ambientale, è stata acquisita al patrimonio comunale dal 3 ottobre 2023, ma – si legge nel documento – nessun intervento di bonifica o ripristino è stato effettuato. “A due anni dall’immissione in possesso – denunciano i firmatari – non è cambiato nulla, nonostante le sentenze della Magistratura e le ordinanze comunali di demolizione”.
Durante un sopralluogo del 19 giugno 2025, promosso dallo stesso Comune con la partecipazione di assessori, consiglieri, Ufficio tecnico e Polizia Locale, furono segnalate auto abbandonate e bombole di gas, oltre alla presenza di occupanti abusivi all’interno di alcune strutture. Una delle vetture abbandonate, sottolineano gli ambientalisti, è andata a fuoco durante l’incendio della notte.
L’episodio riporta alla mente un precedente del luglio 2020, quando un altro rogo devastò il villaggio abusivo distruggendo un bungalow, un’auto e circa 700 metri quadrati di sottobosco e rifiuti. Già allora, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco aveva lanciato l’allarme, invitando il Comune a bonificare con urgenza l’area per evitare danni ecologici irreversibili alla vicina riserva.
L’associazione chiede ora che le autorità giudiziarie e i Carabinieri accertino rapidamente le responsabilità, ma sollecita anche un’azione immediata da parte del Comune. “È necessario procedere con estrema urgenza alla demolizione delle opere abusive e al ripristino dello stato dei luoghi – si legge nella nota – individuando le risorse economiche e addebitando i costi ai trasgressori. In mancanza, si può richiedere l’intervento del Genio Militare”.
Un appello deciso quello di Legambiente, che si chiude con un monito: “Dopo 45 anni – scrivono Monaco e Anzolin – bisogna porre fine a questo insulto all’ambiente e restituire legalità a un territorio che merita tutela e rispetto”.
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