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Bari

Sentenza “Codice interno”, il sindaco: «Colpo duro alla mafia, la città rifletta sulle infiltrazioni»

Vito Leccese commenta la decisione del gup che ha condannato oltre cento imputati. Riconosciuto al Comune un risarcimento provvisionale da 200 mila euro

Vito Leccese firma la proclamazione degli eletti

Vito Leccese

BARI - La sentenza pronunciata dal gup Giuseppe De Salvatore nell’ambito del processo “Codice interno” rappresenta, secondo il sindaco di Bari, un segnale di grande valore nella battaglia contro la criminalità organizzata. «Il Tribunale – ha dichiarato – ha riconosciuto l’esistenza di reati gravissimi che hanno profondamente ferito la città».

Il Comune di Bari, che si era costituito parte civile, ha ottenuto dal giudice la condanna degli imputati al pagamento di una provvisionale di 200 mila euro, somma che però non cancella, ha sottolineato il sindaco Vito Leccese, «i pesanti danni d’immagine subiti dalla comunità e le ferite inferte alle regole della democrazia».

Il primo cittadino ha ricordato che l’amministrazione, a partire dalle indagini della Dda e dalle misure cautelari, ha colto l’occasione per rafforzare i controlli interni e creare «anticorpi» utili a prevenire il ripetersi di episodi simili. Allo stesso tempo ha lanciato un appello alla città: «La magistratura ha lanciato un nuovo monito. Il rischio delle infiltrazioni mafiose attraversa purtroppo diversi settori della nostra comunità. Per questo motivo nessuno può sentirsi estraneo a una battaglia che è innanzitutto una battaglia di civiltà».

Il sindaco ha concluso sottolineando che la sfida riguarda il futuro stesso della città: «Bari deve reagire unita contro ogni tentativo di condizionamento criminale».

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