Fermo pesca anticipato sullo Ionio, esplodono le proteste tra Taranto e Gallipoli

TARANTO – È entrato in vigore oggi, accompagnato dalle proteste delle marinerie del di Taranto e Gallipoli, il blocco della pesca disposto dal Ministero della Sovranità Alimentare. Le proteste nascono dopo la decisione di anticipare di un mese il fermo pesca nel mar Ionio. Il provvedimento, inizialmente previsto dal 1° al 30 ottobre, è entrato in vigore invece oggi e resterà operativo per tutto il mese di settembre.

La misura, spiegano dal Ministero, ha l’obiettivo di favorire il ripopolamento del mare e salvaguardare gli stock ittici. Una scelta che tuttavia ha acceso le polemiche a Taranto e Gallipoli, dove pescatori e operatori del settore turistico lamentano gravi ricadute economiche in una fase in cui l’afflusso di visitatori è ancora significativo.

In Adriatico, invece, il fermo è scattato già dal 16 agosto e proseguirà fino al 29 settembre, interessando l’area compresa tra San Benedetto del Tronto e Bari.

Il blocco dell’attività di pesca rappresenta da sempre un compromesso delicato: da un lato la necessità di tutelare l’ecosistema marino, dall’altro il peso economico che ricade sulle comunità costiere. Le marinerie parlano di sacrificio pesante, aggravato dall’impatto diretto su ristorazione e filiera turistica, mentre le istituzioni ribadiscono che il fermo resta uno strumento imprescindibile per la sostenibilità della pesca.

Nonostante lo stop, il prodotto fresco nazionale non scomparirà dai mercati. A garantire le forniture saranno la piccola pesca costiera, l’acquacoltura, le draghe e le aree del mare non soggette a sospensione.