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Taranto

Ex Ilva, il Pd di Taranto: "Lo Stato gestisca l'impianto se naufraga l'accordo con Baku Steel"

La segretaria provinciale Anna Filippetti chiede un atto legislativo chiaro: "Il Governo dimostri la sua volontà con un voto, non con parole"

Anna Filippetti

Anna Filippetti

TARANTO - Dopo l’ennesimo nulla di fatto sul fronte dell’ex Ilva e la bocciatura in Commissione Industria di tutti gli emendamenti presentati dal Partito Democratico, arriva un appello forte e diretto dal territorio jonico. A rilanciarlo è Anna Filippetti, segretaria provinciale del PD, che con toni fermi ma concilianti invoca un segnale immediato e tangibile da parte del Governo.

"Non cerchiamo lo scontro, non alimentiamo guerre ideologiche. Ma ora serve un cambio di passo vero", ha dichiarato Filippetti, commentando l’impasse politico che continua a bloccare qualsiasi svolta concreta nella gestione della crisi dello stabilimento siderurgico tarantino. "È il momento di agire – ha aggiunto – partendo da una sola proposta, un emendamento unico, qualificante e concreto, non un mero ordine del giorno privo di effetti".

Secondo il Partito Democratico di Taranto, la priorità assoluta è prevedere un impegno formale del Ministero dell’Economia a subentrare nella gestione temporanea degli impianti ex Ilva, qualora l’accordo con Baku Steel non dovesse andare in porto. "Si tratterebbe – sottolinea Filippetti – di un atto legislativo chiaro, che sancisca per legge il coinvolgimento diretto dello Stato in una questione che riguarda un asset strategico nazionale, ma soprattutto la sopravvivenza economica e sociale di una città martoriata".

Non è una richiesta estemporanea o pretestuosa. "Se davvero il Governo vuole dimostrare di avere buona volontà, questa è l’occasione. Come PD e come cittadini tarantini, siamo pronti a collaborare. Ma chiediamo un impegno serio, formale, condiviso. Non promesse, non annunci, non documenti senza valore operativo", ha ribadito la segretaria dem.

La proposta del PD jonico è chiara: una convergenza trasversale, anche temporanea, su un emendamento concreto capace di aprire una nuova fase nella gestione della vertenza industriale più delicata d’Italia. "Chi oggi vuole davvero fare la differenza – conclude Filippetti – lo dimostri con un voto in Aula. Non con le parole, ma con i fatti".

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