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Taranto

Omicidio del brigadiere dei carabinieri, Giannattasio resta in carcere

Rigettato il ricorso della difesa: per il gip il 57enne di Carosino agì in concorso con Mastropietro. Indagati anche i due poliziotti che risposero al fuoco

Aula di tribunale

Aula di tribunale

TARANTO - Camillo Giannattasio, 57 anni, resterà in carcere. Il Tribunale del Riesame di Lecce ha infatti respinto il ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato Luigi Danucci, confermando la custodia cautelare in relazione al concorso nell’omicidio del brigadiere dei Carabinieri Carlo Legrottaglie, ucciso durante una sparatoria avvenuta il 12 giugno scorso a Francavilla Fontana.

La decisione dei giudici salentini arriverà a motivazione entro 45 giorni, ma appare evidente che il quadro accusatorio sia stato ritenuto solido. 

Secondo la ricostruzione contenuta nell’ordinanza, il delitto sarebbe stato premeditato per impedire eventuali controlli che avrebbero portato alla scoperta di un arsenale nascosto all’interno della ferramenta di Giannattasio a San Giorgio Jonico. Proprio lì, durante una perquisizione, la Polizia ha effettivamente rinvenuto e sequestrato armi da fuoco illegalmente detenute.

L’arresto del 57enne era scattato poche ore dopo l’agguato, al termine di una breve latitanza. I “falchi” della Mobile di Taranto lo avevano rintracciato nel corso di una delicata operazione condotta insieme alla sezione investigativa del Commissariato di Grottaglie. Michele Mastropietro, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio, è stato invece ucciso nello stesso conflitto a fuoco con gli agenti.

Nell’ambito dell’inchiesta, risultano indagati anche i due poliziotti protagonisti della sparatoria: l’ispettore Ivan Lupoli e il sovrintendente capo Giuseppe Cavallo. Per entrambi, difesi dagli avvocati Giorgio Carta e Antonio Maria La Scala, la Procura ipotizza l’eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi, in relazione alla morte di Mastropietro.

Va però evidenziato che i due agenti sono anche considerati parte offesa nel procedimento, avendo subito l’aggressione armata nel corso dell’operazione.

La vicenda, che ha scosso profondamente le forze dell’ordine pugliesi e l’intera comunità, resta sotto la lente degli inquirenti, con accertamenti che proseguono su più fronti per ricostruire nei dettagli la dinamica e le responsabilità della tragica giornata di giugno.

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