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Lecce

Radioterapia oncologica al Fazzi, Pagliaro accusa: “Acceleratori acquistati ma fermi, cantieri mai partiti”

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia denuncia ritardi nei lavori per la nuova strumentazione oncologica a Lecce. “I pazienti costretti a rinunciare alle terapie, l’Asl chiarisca subito”

L'ospedale Vito Fazzi di Lecce

L'ospedale Vito Fazzi di Lecce

LECCE - Due nuovi acceleratori lineari per il reparto di Radioterapia Oncologica dell’ospedale Vito Fazzi sono stati acquistati, ma non si sa dove siano né quando verranno utilizzati. È l’allarme lanciato dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, che ha diffuso una nota durissima rivolta alla Asl di Lecce.

Secondo Pagliaro, le apparecchiature – destinate a migliorare in modo significativo le prestazioni del reparto oncologico – sono ferme da mesi, mentre i lavori necessari ad adeguare gli ambienti che dovranno ospitarle non sono mai partiti, nonostante fossero previsti da tempo. L’esponente di Fratelli d’Italia fa riferimento a due delibere dell’Asl, la prima datata 25 ottobre 2024 e la seconda 5 marzo 2025, che impegnano la stessa cifra: 7 milioni 278 mila euro per l’acquisto dei dispositivi e per gli interventi strutturali nei locali.

“Perché due delibere identiche a distanza di quattro mesi? E perché non si è ancora aperto un cantiere?”, si chiede Pagliaro, che il 27 giugno ha effettuato un’ispezione nella struttura sanitaria leccese. In quell’occasione, racconta, ha potuto constatare di persona l’assenza totale di attività di cantiere, a fronte di una situazione d’emergenza che si ripercuote direttamente sui malati.

Pagliaro segnala che gli attuali macchinari risultano obsoleti, soggetti a guasti sempre più frequenti e spesso fuori uso per lunghi periodi di manutenzione. “I pazienti oncologici vengono convocati per i cicli di radioterapia, ma al loro arrivo trovano i trattamenti sospesi a causa di guasti improvvisi”, denuncia. “Sono costretti a percorrere decine di chilometri, spesso in condizioni climatiche estreme, per poi essere rimandati indietro senza cura. È una situazione intollerabile”.

Il consigliere imputa alla Asl ritardi nella gestione delle pratiche burocratiche per accedere ai fondi del Pnrr, motivo per cui l’acquisto dei nuovi acceleratori sarebbe avvenuto con fondi ministeriali stanziati dal Governo Meloni. Ma al di là delle questioni procedurali, Pagliaro pone l’accento sulle ripercussioni reali sui malati oncologici, che subiscono interruzioni nei trattamenti in un momento in cui ogni giorno è fondamentale.

“Non bastano la dedizione del personale medico e tecnico né l’impegno quotidiano degli operatori a colmare il vuoto lasciato dai macchinari guasti. Qui si parla di diritto alla cura, e non esistono cavilli che lo giustifichino”, aggiunge. Respinge inoltre ogni polemica sulle modalità della sua ispezione, sottolineando di aver agito nel pieno rispetto della privacy di pazienti e lavoratori.

Pagliaro ha chiesto una convocazione urgente della Commissione Sanità per avere risposte dalla direzione dell’Asl. “Vogliamo sapere dove sono finiti gli acceleratori, quando partiranno i lavori per la loro installazione e quanto tempo servirà per completare l’adeguamento dei locali”, incalza.

Infine, lancia un appello: “Solo con l’attivazione dei nuovi macchinari si potrà garantire continuità alle terapie. Questo è l’unico obiettivo che deve avere la priorità assoluta”.

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