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Le indagini

Voto di scambio a Massafra, bufera sul Comune: promesse di 15 euro per una preferenza

Inchiesta della Digos e della Procura di Taranto: perquisizioni, telefoni sequestrati e un'indagine che potrebbe coinvolgere una dozzina di persone. Estranea ai fatti la sindaca Zaccaro

Iniziati i lavori in Lungovalle Niccolò Andria a Massafra

Una veduta di Massafra

MASSAFRA – Un messaggio su WhatsApp, una promessa di denaro e un sospetto che scuote dalle fondamenta il Comune. È partita da qui l’indagine della Digos di Taranto, che da giorni sta conducendo perquisizioni e acquisizioni di materiale nell’ambito di un presunto caso di voto di scambio legato alle ultime elezioni amministrative.

Secondo quanto trapelato, l’inchiesta – anticipata dalla Gazzetta del Mezzogiorno – ruoterebbe attorno a una chat in cui sarebbe circolata l’offerta di 15 euro per ogni voto ottenuto a favore di un candidato al consiglio comunale, poi risultato eletto in una delle liste a sostegno dell’attuale sindaca Giancarla Zaccaro, la quale risulta del tutto estranea ai fatti.

Gli accertamenti, coordinati dal pubblico ministero Francesco Ciardo e condotti dalla squadra della Digos diretta dal dottor Paolo Favia, hanno portato nei giorni scorsi all’esecuzione di almeno due perquisizioni domiciliari, durante le quali sarebbero stati sequestrati telefoni cellulari ritenuti cruciali per l’indagine. I soggetti coinvolti in questa prima fase sono due giovani, che avrebbero ricevuto la proposta di raccogliere voti in cambio di denaro.

Il fulcro dell’indagine sembra essere una conversazione via WhatsApp, diffusa all’interno di una chat condivisa da circa una dozzina di persone, tra cui i possibili beneficiari della presunta compravendita di voti. Il contenuto del messaggio, secondo le indiscrezioni, sarebbe stato esplicito nell’indicare il compenso offerto: 15 euro per ogni voto portato al candidato.

A far emergere la vicenda è stata la denuncia di Giuseppe Losavio, che, venuto a conoscenza della proposta, si è rivolto immediatamente alle forze dell’ordine, consentendo così l’apertura dell’inchiesta da parte della magistratura tarantina.

Ora il fascicolo è sul tavolo degli inquirenti, e l’attenzione è massima.

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