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Taranto

Condannato a 10 anni per l'aggressione con l'accetta dopo una lite per la maionese

Tentato omicidio in un appartamento condiviso: il 27enne colpì alla testa il coinquilino. Esclusa la premeditazione, ma resta la ferocia dell’assalto

Il Tribunale

Il Tribunale di Taranto

TARANTO – Si è concluso con una condanna a 10 anni di reclusione il processo a carico del 27enne tarantino arrestato il 29 aprile scorso per aver aggredito con un’accetta il proprio coinquilino, un 26enne originario di Gravina di Puglia, al culmine di una banale lite scoppiata per un barattolo di maionese.

A emettere la sentenza è stata la giudice Rita Romano, che ha accolto in parte la richiesta del pubblico ministero Lucia Isceri, riducendo la pena rispetto ai 10 anni e 8 mesi inizialmente invocati. Il giudice ha infatti escluso l’aggravante della premeditazione, ma ha riconosciuto la gravità dell’accaduto, disponendo anche una provvisionale di 15.000 euro a favore della vittima, che si è costituita parte civile.

Le accuse nei confronti dell’imputato, assistito dall’avvocato Christian Spinelli, sono di minacce continuate e tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Secondo la ricostruzione, l’aggressione si consumò all’interno di un appartamento del centro cittadino, dove i due giovani – insieme a una coinquilina – vivevano da poche settimane. I rapporti tra i due erano da tempo tesi e conflittuali, e la convivenza era diventata difficile, come confermato anche dalla terza inquilina ai carabinieri.

Quel giorno, dopo l’ennesimo diverbio, il 27enne avrebbe impugnato un’accetta custodita nel suo armadio e colpito ripetutamente il coinquilino, ferendolo alla testa e a un braccio. La vittima riuscì a fuggire e a trovare rifugio presso alcuni vicini, prima di essere soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata, dove gli furono diagnosticate fratture e lesioni guaribili in 30 giorni.

I carabinieri intervenuti trovarono l’arma ancora insanguinata nella stanza dell’aggressore, insieme a una pistola scacciacani, entrambe poste sotto sequestro. L’aggressore fu rintracciato poco dopo nella casa dei genitori, dove si era nascosto, e arrestato.

Il processo si è svolto con rito abbreviato.

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