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Roccaforzata

Mobbing al Comune, ecco il verdetto d'appello

La nota diffusa dall'Anmil sulla vicenda che ha coinvolto un dipendente tra gli anni 2011 e 2015

Tritto e Deandri

Tritto e Deandri

"Anche per i giudici di secondo grado era mobbing quello attuato dal Comune di Roccaforzata nei confronti di un suo dipendente negli anni tra il 2011 e il 2015. Confermando la sentenza di primo grado, la sezione tarantina della Corte d'Appello di Lecce (presidente relatore Annamaria Lastella, consiglieri Rossella Di Todaro e Maria Filippa Leone) ha rigettato il ricorso presentato dall'Amministrazione civica contro la decisione assunta nel 2021 dal giudice del lavoro di Taranto".

A darne notizia è il consigliere nazionale dell'Anmil Emidio Deandri, l'associazione che ha difeso le ragioni del lavoratore dipendente del Comune di Roccaforzata attraverso il patrocinio degli avvocati Mariella Tritto e Cataldo Tarricone. Nella vicenda, il giudice del lavoro riconobbe l'esistenza di elementi riconducibili al mobbing. Tutto questo comportò pesanti conseguenze sull'equilibrio psicofisico e sul complesso della personalità del lavoratore.

La Corte d'Appello, in sintonia col giudice del lavoro, ha confermato la presenza degli elementi previsti per la configurabilità del reato di mobbing da parte del Comune di Roccaforzata ribadendo la necessaria liquidazione del danno biologico e del danno morale a vantaggio del lavoratore.

La sezione tarantina della Corte d'Appello di Lecce ha condiviso le conclusioni espresse in primo grado dal consulente tecnico d'ufficio, il dottor Bartolomeo Pontrelli, il quale aveva evidenziato, nella relazione, il grave stato ansioso-depressivo-reattivo del lavoratore generato dalle vicende professionali descritte nel ricorso con una conseguente menomazione psico-fisica e una inabilità temporanea al lavoro. 

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