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Bari

Una strada per Anna Maria Princigalli: il 25 aprile la pergamena d’onore alla famiglia

L’appello firmato da nomi illustri della politica e della cultura. La partigiana pugliese, di madre ebrea, combatté al Nord contro il nazifascismo. Il sindaco Vito Leccese consegnerà un riconoscimento ufficiale in occasione della Festa della Liberazione

Anna Maria Princigalli

Anna Maria Princigalli

BARI Un’appassionata richiesta di memoria e riconoscimento arriva da diverse sezioni dell’ANPI in Puglia: intitolare una strada di Bari e di altri comuni pugliesi ad Anna Maria Princigalli, figura emblematica della Resistenza, pugliese d’origine e partigiana attiva nelle brigate del Nord Italia, in particolare nelle province di Verbania e Varese. Una donna che ha lasciato un’impronta profonda nella lotta contro il nazifascismo, anche per le sue origini ebraiche materne, che la resero bersaglio delle persecuzioni razziali.

L’appello ha già raccolto un ampio sostegno da parte di personalità di primo piano del mondo politico e culturale italiano, a partire da Achille Occhetto, Valdo Spini, Antonio Bassolino, Fausto Bertinotti, Luciana Castellina, Luciano Canfora, Vincenzo Vita, Chiara Ingrao, Giorgio Mele, Giada Fazzalari, Silvia Godelli, Maria Rosaria Manieri, Daniela Mazzucca, Giorgio Barzanti, Gianvito Mastroleo e molti altri.

La mobilitazione per Princigalli non si ferma alla toponomastica. In occasione delle celebrazioni del 25 aprile, il sindaco di Bari Vito Leccese consegnerà alla famiglia della partigiana una pergamena onorifica in riconoscimento del suo impegno nella lotta di liberazione. La cerimonia si terrà all’interno del Palazzo di Città, nel cuore delle celebrazioni ufficiali per l’80° anniversario della Liberazione.

Anna Maria Princigalli rappresenta una delle tante storie di coraggio e resistenza spesso rimaste ai margini del racconto pubblico. Dare il suo nome a una via cittadina non significherebbe solo restituire visibilità a una vita spesa per la libertà, ma anche ribadire il dovere civile della memoria, in un tempo in cui il valore dell’antifascismo è più che mai attuale.

Questo il testo della petizione e i promotori dell'iniziativa:

Con la presente, alcuni esponenti dell'ANPI e del mondo della politica della cultura italiana, chiedono a diversi sindaci, l’intitolazione di una strada o una piazza ad Anna Maria Princigalli, partigiana e pedagogista, nell’80e Anniversario della Liberazione.
Fu la sorella maggiore di Giacomo Princigalli, esponente del PSI e del PCI pugliese e della giornalista Ada Princigalli che fu la prima donna straniera ad essere accreditata come giornalista in Cina. Il padre era un giudice militare di Canosa di Puglia che durante la Grande guerra venne trasferito a Bergamo dove conobbe e sposò Maria Zell di origini ebraiche. Proprio a Bergamo nel 1917, nacque Anna Maria. L’anno dopo, la famiglia si trasferì nella casa paterna in Puglia. 
 
Dopo aver vissuto a Canosa, Trani e Bari, si trasferisce a Firenze. Il suo direttore di laurea in storia della filosofia fu Ludovico Limentani che però venne rimosso in quanto ebreo. Allora Anna Maria passò sotto la direzione di Eugenio Garin.
 
In quel periodo contrasse una severa malattia polmonare che la portò a sottoporsi nel 1944 ad un intervento chirurgico a Milano con l'asportazione parziale di un polmone. Trascorse la convalescenza nel sanatorio di Miazzina in provincia di Verbania dove prese contatto con i partigiani. Fu tra le pochissime donne (in più meridionali) della Resistenza a ricevere il grado di ufficiale. In effetti venne nominata capo stampa e propaganda della brigata Valgrande Martire e successivamente della Divisione Flaim. Venne arrestata presso Varese dai militi fascisti e da questi torturata.  Secondo quanto testimoniato dall’ex partigiano Paolo Pescetti nonostante le torture ella non rivelò i nomi dei compagni. Il suo fidanzato, di Varese, e padre della loro figlia, fu deportato in Germania. Anna Maria fu liberata grazie ad uno scambio di prigionieri.  Oltre a Pescetti, strinse amicizie profonde con i partigiani Giuseppe Boffa, Giancarlo Pajetta, Nico Chiovini, Luciano Raimondi. Prese parte altresì alla Repubblica partigiana dell'Ossola e alla Liberazione di Intra. 
 
All’indomani della guerra ha partecipato alla fondazione e direzione dei Convitti Rinascita (in particolare a Novara e Milano) e della rivista educazione democratica assieme, tra gli altri, a Gianni Rodari e Dina Rinaldi. Con Ernesto Codignola rappresentò l’Italia al congresso costitutivo della FICE (federazione internazionale della comunità dell’infanzia affiliata all’UNESCO). Fu componente della commissione per la riforma della scuola nominata dal ministro Guido Gonella. Fece parte della "brigata universitaria" (tra cui si annovera Rossana Rossanda) costituita da ex partigiani che per volontà del filosofo Antonio Banfi andò a rinnovare il corpo accademico dell'ateneo milanese dove insegnò psicologia infantile. In effetti aveva lavorato con gli psicologi infantili Jean Piaget a Ginevra e Henri Wallon a Parigi.
 
Le sue ricerche portavano sul traumatismo dei bambini orfani e vittime di guerra (compresi i figli dei fascisti), ma anche sull’applicazione in Italia delle recenti ed innovative teorie e metodologie pedagogiche che si erano formate all’estero, mentre in Italia vigeva l’oscurantismo e il conservatorismo scientifici imposti dal regime. Fu la principale esperta in Italia della pedagogia scolastica del sovietico Anton Makarenko. 
 
A causa del sorgere di un forte disagio psichico, forse provocato da traumatismi bellici, scomparve improvvisamente dalla scena politica e culturale. Questo spiega il suo oblio dalla storiografia ufficiale.  Al suo caso e alle sue cure  si interessarono Ferruccio Parri, Giancarlo Pajetta, Aristide Marchetti, Giuseppe Boffa e Paolo Pescetti.
  
Dopo aver vissuto a Varese, dove venne curata dallo psichiatra Edoardo Balduzzi,  fu chiamata da Giancarlo Pajetta a lavorare presso l’istituto di studi comunisti Palmiro Togliatti di Roma dove morì nel 1969 all’età di 52 anni.
 
Qui sotto alleghiamo la sua tessera di partigiana
 la copertina di un numero della rivista La Rinascita con articoli tra gli altri di A.M Princigalli, Italo Calvino, Giorgio Amendola, Palmiro Togliatti, Luigi Longo e trascrizione del volantino dell’aprile 1945 firmata da Anna Maria che annunciava l’imminente liberazione della cittadina di Intra.
 
Per l’ANPI e promotori:
 
Ferdinando Pappalardo, ex senatore, vicepresidente nazionale ANPI
Mara Franceschini, vicepresidente e responsabile internazionale ANPI
Pasquale Martino, presidente ANPI Bari
Flavio Maglio, segretario ANPI Verbania Cusio Ossola
Franco Chiodi, presidente ANPI Verbania Cusio Ossola
Luisa Mazzetti, presidente ANPI Verbania
Antonello Rustico, presidente ANPI BAT
 
 
Adesioni: 
 
Fausto Bertinotti (ex presidente della Camera)
Valdo Spini (ex ministro e deputato)
Achille Occhetto (ex deputato e segretario PCI-PDS)
Roberto Barzanti (ex vicepresidente del Parlamento europeo)
Luciana Castellina (ex deputata e parlamentare europeo) 
Antonio Bassolino (ex ministro e sindaco di Napoli)
Luciano Canfora (storico e filosofo)
Maria Rosaria Manieri (filosofa ed ex senatrice)
Claudio Lenoci (ex sottosegretario e deputato)
Biagio Marzo (ex deputato e presidente di comissione bi-camerale)
Pietro Folena (ex deputato e presidente commissione parlamentare)
Vincenzo Vita (presidente archivio movimento operaio e ex parlamentare)
Adriana Ceci (ex deputata europea)
Beppe Vacca (filosofo e ex deputato)
Chiara Ingrao (ex deputata)
Giorgio Mele (ex senatore)
Franco Giordano (ex deputato)
Eleonora Forenza (ex parlamentare europeo)
Giada Fazzalari (direttrice Avanti della domenica)
Gianvito Mastroleo (ex presidente della provincia di Bari)
Silvia Godelli (psicologa e ex assessore Regione Puglia)
Daniela Mazzucca (presidente della Fondazione “Giuseppe Di Vagno” e ex sindaco di Bari)
 
 
Aldo Agosti (storico e prof. emerito dell’Università di Torino)
Giancarlo Monina (storico dell’università di Roma e dell’istituto Lelio Basso)
Juri Meda (storico dell'educazione, Università di Macerata)
Francesca Recchia Luciani (storica della filosofia, Università di Bari)
Alessandro Riboni (economista, Polytechnique de Paris)
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