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Lecce

Ville, terreni e auto di grossa cilindrata: maxi sequestro da oltre 8 milioni contro i clan della droga

Nel mirino due esponenti della Sacra corona unita già arrestati a novembre. La Polizia aggredisce i patrimoni della criminalità salentina

La Polizia di Stato di Lecce

La Polizia di Stato di Lecce

LECCE - La lotta al narcotraffico passa anche dalla confisca dei beni illecitamente accumulati. Nella mattinata di oggi, la Polizia di Stato di Lecce ha eseguito due sequestri patrimoniali preventivi nei confronti di due uomini detenuti, un 42enne di Nardò e un 37enne di Copertino, già arrestati il 20 novembre scorso nell’ambito di una vasta operazione antidroga.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i due sono ritenuti figure centrali nel traffico di cocaina ed eroina, attivi nelle principali piazze di spaccio del nord e sud Salento e con legami diretti con la Sacra Corona Unita. L’attività investigativa ha portato alla luce un imponente patrimonio mobiliare e immobiliare, frutto, secondo la Procura, di profitti criminali reinvestiti e occultati tramite intestazioni fittizie a familiari.

Il sequestro ha riguardato beni per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro, così suddivisi:

  • 3 ville tra Nardò e località balneari, di cui una utilizzata come casa vacanze
  • 1 vivaio e 1 stazione di servizio per carburanti
  • 2 auto di grossa cilindrata
  • numerosi terreni agricoli nell’agro neretino
  • depositi bancari e postali intestati anche a prestanome
  • quote e patrimonio aziendale di una società edile con sede in Puglia e una filiale nel Nord Italia, il cui ultimo fatturato supera i 6.700.000 euro

L’operazione è stata coordinata dalla Procura della Repubblica e dal Questore di Lecce, con l’esecuzione affidata alla Divisione Anticrimine, alla Squadra Mobile e al personale dei commissariati di Nardò e Galatina, supportati dal Reparto Prevenzione Crimine, dalla Polizia Stradale e dal Reparto Volo di Bari.

Le indagini patrimoniali hanno permesso di ricostruire nel dettaglio l’evoluzione economica dei due indagati, evidenziando come le disponibilità accumulate non fossero giustificate da redditi leciti. Il tutto sarebbe stato gestito attraverso una rete di intestazioni fittizie e prestanome, allo scopo di eludere i controlli fiscali e giudiziari.

“Questa operazione rappresenta un colpo strategico alle economie della criminalità organizzata”, fanno sapere dalla Questura, “in linea con le direttive ministeriali che impongono il contrasto sistematico alla ricchezza illecita”. Un'azione che conferma l’impegno delle istituzioni nella tutela della legalità e dell’interesse economico del Paese, colpendo il cuore finanziario dei sodalizi criminali radicati nel territorio salentino.

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