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Trani

Muore l’ingegnere colto da malore in tribunale: era stato rianimato da un carabiniere

Domenico Parente, 65 anni, si è spento dopo alcuni giorni di ricovero. Il militare dell’Arma che lo soccorse tentò l’impossibile per salvarlo

Il Tribunale di Trani

Il Tribunale di Trani

TRANI – Non ce l’ha fatta Domenico Parente, l’ingegnere tranese di 65 anni colpito da un grave malore nei corridoi del Tribunale di Trani. Dopo giorni di ricovero in terapia intensiva all’ospedale Bonomo di Andria, le sue condizioni sono precipitate fino al decesso, avvenuto nelle ultime ore.

Il drammatico episodio risale a pochi giorni fa. L’uomo si era accasciato improvvisamente mentre si trovava all’interno del tribunale, richiamando l’attenzione di chi era presente. A prestare i primi soccorsi era stato il vicebrigadiere dei carabinieri Patrick Zaia, in quel momento in aula per rendere una testimonianza. Udite le grida e il trambusto provenienti dai corridoi, il militare si era precipitato verso l’ingegnere, trovandolo privo di sensi.

Con lucidità e prontezza, il carabiniere aveva iniziato le manovre di rianimazione, praticando il massaggio cardiaco e utilizzando un defibrillatore disponibile in loco. Grazie al suo intervento immediato, il cuore dell’uomo aveva ripreso a battere, consentendo al personale del 118 di proseguire le cure durante il trasporto in ospedale.

Nei giorni successivi, nonostante la prima risposta positiva, il quadro clinico di Parente si è aggravato fino all’esito fatale. Resta il gesto di grande prontezza e umanità del giovane militare, che aveva restituito all’ingegnere una concreta possibilità di sopravvivenza.

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