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Lecce

Catturato dopo tre mesi di fuga l’uomo sfuggito al maxi-blitz antidroga nel Salento

L’arresto nel fine settimana. Era l’unico latitante tra i 34 coinvolti in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia sul traffico internazionale di droga legato alla Sacra Corona Unita

La squadra mobile della Questura di Lecce

La squadra mobile della Questura di Lecce

LECCE - È finita sulle strade di Lecce la latitanza di un 52enne, considerato elemento di spicco di una rete criminale dedita al traffico di stupefacenti su vasta scala.

L’uomo era riuscito a sottrarsi all’arresto lo scorso novembre, durante un’operazione condotta dalla Polizia di Stato che aveva portato all’esecuzione di 34 misure cautelari su mandato del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Nel corso del fine settimana, gli agenti della Squadra Mobile lo hanno localizzato e arrestato nei pressi di un’auto che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti. Ad attenderlo c’erano però i poliziotti della Sezione Criminalità Organizzata, che lo hanno fermato senza che opponesse resistenza.

La cattura è il risultato di un’intensa attività investigativa, condotta attraverso appostamenti, pedinamenti e l’analisi di sistemi di videosorveglianza. Gli inquirenti avevano ristretto progressivamente il raggio d’azione attorno ai luoghi in cui A.M. aveva trovato rifugio, fino al blitz decisivo.

L’uomo è stato condotto in Questura e successivamente trasferito nel carcere leccese. Nel frattempo, proseguono le indagini per identificare chi lo abbia aiutato a sottrarsi alla cattura per oltre tre mesi.

Il suo nome era emerso nell’ambito di una vasta indagine che ha colpito duramente una delle reti più strutturate e pericolose del narcotraffico pugliese, con collegamenti diretti con la criminalità organizzata della Sacra Corona Unita, in particolare con i clan Pepe–Briganti e il gruppo Penza, attivi non solo a Lecce ma anche in diversi comuni della provincia.

L’inchiesta ha preso forma grazie alla cooperazione internazionale, attraverso l’analisi di comunicazioni criptate acquisite tramite Ordini Europei d’Indagine. I messaggi erano scambiati tra gli indagati tramite piattaforme come EncroChat e Sky ECC, che utilizzavano dispositivi capaci di cifrare ogni dato e di eludere qualsiasi forma di intercettazione.

Gli investigatori hanno ricostruito un’organizzazione gerarchica e ben articolata, con ruoli assegnati a ciascun componente, notevoli disponibilità finanziarie, veicoli modificati con doppi fondi, magazzini sicuri per nascondere le sostanze e relazioni dirette con trafficanti calabresi, albanesi e spagnoli.

Nel corso delle indagini, sono stati effettuati sequestri per centinaia di chilogrammi di droga. Tra gli episodi più significativi:

  • il 7 agosto 2020, al largo di Castro, due uomini vennero sorpresi con oltre 150 kg di marijuana e 25 kg di hashish a bordo di un’imbarcazione proveniente dall’Albania

  • il 10 giugno 2021, a Napoli, fu arrestato un altro indagato trovato con circa 45 kg di cocaina nascosti in un autocarro modificato

  • il 4 giugno dello stesso anno, a Lecce, un sodale fu bloccato con 11 kg di eroina e una pistola, occultati nel doppio fondo della sua auto

Il valore economico del traffico illecito è stato stimato in centinaia di migliaia di euro movimentati in contanti, segno di un sistema criminale ampio, ben radicato e con una forte capacità operativa. Ora, con l’arresto dell’ultimo latitante, si chiude uno dei capitoli più rilevanti dell’inchiesta, anche se le indagini restano aperte per far luce su tutti i canali di approvvigionamento e distribuzione.

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