LECCE - Sarà celebrata il prossimo 5 maggio, nell’aula bunker del carcere di Lecce, l’udienza preliminare che vede coinvolte 36 persone accusate di far parte di un’organizzazione criminale attiva tra le province di Lecce e Brindisi, smantellata lo scorso autunno nell’ambito dell’operazione “Fuori Gioco”, condotta dal Gico della Guardia di Finanza.
L’inchiesta, culminata con una raffica di arresti eseguiti il 27 settembre 2024, ha messo nel mirino un presunto sodalizio riconducibile alla Sacra Corona Unita, radicato nei territori di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e San Donaci.
Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe gestito un fiorente traffico di droga, estendendo le proprie influenze anche in settori paralleli come il gioco illegale e la raccolta degli oli esausti, utilizzati presumibilmente anche per finalità di autoriciclaggio.
Tra i capi d’imputazione figurano reati pesanti, che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, passando per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita e riciclaggio di denaro.
A presiedere l’udienza sarà la giudice Valeria Fedele, incaricata di valutare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli imputati, difesi da un nutrito collegio di avvocati.
Sono sedici le persone ammesse come parti offese, indicate nel decreto di fissazione dell’udienza, che potranno costituirsi parte civile nel processo.
L’inchiesta ha rappresentato uno dei colpi più significativi inferti alla criminalità organizzata salentina negli ultimi anni, grazie a un lavoro investigativo durato mesi e supportato da intercettazioni, pedinamenti e riscontri patrimoniali.
Ora la parola passa al tribunale, che dovrà stabilire se il materiale raccolto sia sufficiente per portare il caso a dibattimento. Il territorio attende con attenzione, mentre l’ombra della criminalità organizzata torna ad allungarsi sulle comunità locali, già provate da anni di silenziosa infiltrazione.