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Lecce

"Ti accompagno a casa", ma scatta la violenza sessuale. Condannato a 6 anni un 48enne

L’uomo era accusato di aver abusato di una collega al termine della giornata lavorativa. La giudice dispone anche l’interdizione dai pubblici uffici e una provvisionale di 30mila euro per la vittima

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LECCE – Una condanna pesante, sei anni di reclusione per violenza sessuale aggravata, è stata inflitta a un uomo di 48 anni, residente a Lecce, accusato di aver abusato di una collega al termine del turno di lavoro. La sentenza è stata pronunciata dalla giudice dell’udienza preliminare Francesca Mariano, che ha accolto la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Luigi Mastroniani.

Oltre alla pena detentiva, il tribunale ha disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per cinque anni e una provvisionale immediatamente esecutiva di 30mila euro a favore della donna, costituitasi parte civile e rappresentata dall’avvocato Tommaso Valente.

I fatti risalgono alla notte tra il 24 e il 25 giugno scorso, quando l’uomo e la collega, entrambi dipendenti di un chiosco ambulante di panini poco fuori Lecce, avevano appena concluso il loro turno. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’imputato si era offerto di riaccompagnare la donna a casa, ma durante il tragitto avrebbe deviato il percorso in direzione della marina di San Cataldo.

La vittima ha raccontato di aver subito un rapporto sessuale completo contro la sua volontà, nonostante i tentativi di divincolarsi e di allontanare l’uomo. Dopo l’aggressione, l’uomo l’avrebbe riaccompagnata in città come se nulla fosse accaduto.

Sconvolta e sotto shock, la donna si è recata immediatamente all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove è stata presa in carico dai sanitari e sottoposta agli accertamenti previsti nei casi di violenza sessuale. È stato proprio lì che, su invito dei medici, ha trovato il coraggio di sporgere denuncia, formalizzata poche ore dopo, e seguita passo dopo passo dall’avvocato Angelo Valente.

Le indagini si sono sviluppate nei mesi successivi. Nonostante la gravità dell’accusa, l’indagato – assistito dal legale Ivan Feola – non è mai stato interrogato né sottoposto a misure cautelari. La sentenza è stata emessa in rito abbreviato, con le motivazioni depositate contestualmente al dispositivo, e si prevede ora la valutazione di un possibile ricorso in Appello da parte della difesa.

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