TRANI – Stavano per colpire due volte nella stessa notte, ma il loro piano è stato sventato grazie alla prontezza di un poliziotto libero dal servizio, che li ha notati in azione, ha allertato i colleghi e li ha seguiti senza farsi scoprire. Così sono finiti in manette due uomini arrestati in flagranza di reato per furto aggravato in concorso, con l'aggravante della violenza sulle cose.
I fatti si sono verificati nei giorni scorsi, nelle ore notturne, quando i due hanno forzato la saracinesca di un bar del centro cittadino. Nonostante l’allarme acustico si fosse attivato, sono riusciti a penetrare all’interno del locale, dove hanno agito in modo rapido e coordinato.
Secondo quanto ricostruito, mentre uno dei malviventi faceva da palo all’esterno, il complice ha prelevato il registratore di cassa, che conteneva una somma in contanti, per poi dileguarsi insieme a lui.
Il furto, tuttavia, è stato intercettato da un agente del Commissariato di Trani, che pur non in servizio in quel momento, si è accorto dei movimenti sospetti. Senza perdere tempo, ha contattato la Sala Operativa per chiedere rinforzi, quindi ha iniziato a pedinare i due sospetti rimanendo nascosto tra le auto parcheggiate per non farsi notare.
Durante la fuga, i ladri si sono disfatti del registratore di cassa, lasciandolo sotto una vettura in sosta, convinti di non essere seguiti. Ma il loro intento criminale non si era ancora esaurito: poco dopo, si sono avvicinati a un secondo esercizio commerciale, cercando di forzare l’ingresso e mandando in frantumi una vetrina.
È stato a quel punto che, grazie al costante monitoraggio dell’agente fuori servizio, le volanti della Polizia – le cosiddette Pantere del Commissariato di Trani – sono intervenute sul posto, riuscendo a bloccare i due uomini, identificarli e procedere alla perquisizione personale.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Trani, i due arrestati sono stati trasferiti nel carcere cittadino. Il magistrato ha poi richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto dal giudice del Tribunale, che ha applicato nei confronti degli indagati una misura cautelare coercitiva.