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Il caso
27 Febbraio 2025 - 06:45
Sindaci
BARI - L’ANCI Puglia ha inviato una richiesta formale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Interno affinché venga impugnata la norma introdotta dall’articolo 219 della legge n. 42/2024, che introduce nuove restrizioni sulla candidabilità dei Sindaci.
L’Associazione dei Comuni pugliesi ha accolto positivamente la posizione espressa dal Ministero dell’Interno, che ha evidenziato il carattere incostituzionale della disposizione approvata nell’ambito della legge di bilancio 2025 dalla Regione Puglia. Secondo il Viminale, l’articolo 219 è in contrasto con i principi sanciti dalla legge n. 165/2014 e presenta elementi di irragionevolezza giuridica, sollevando dubbi sulla sua legittimità costituzionale.
Fin dall’approvazione dell’emendamento, ANCI Puglia ha espresso forti perplessità, sottolineando il rischio di una disparità di trattamento nei confronti dei Sindaci pugliesi, ai quali verrebbe impedito di concludere il proprio mandato e concorrere alle elezioni regionali. L’Associazione ritiene questa norma un ostacolo ingiustificato alla partecipazione democratica, che mina il diritto all’elettorato passivo garantito dalla Costituzione.
Nonostante gli appelli e il sostegno trasversale alla richiesta di revisione, il Consiglio regionale della Puglia non ha ancora adottato alcuna misura correttiva. Nel frattempo, alcuni Sindaci di diverse aree politiche hanno avviato azioni legali per contrastare l’applicazione della norma.
In questo contesto, ANCI Puglia sollecita un intervento urgente da parte delle autorità nazionali per risolvere le criticità giuridiche e applicative di una legge che rischia di compromettere la stabilità amministrativa dei Comuni pugliesi. L’Associazione ha quindi richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di presentare un ricorso diretto alla Corte Costituzionale, ai sensi dell’articolo 31 della legge n. 87/1953, chiedendo la dichiarazione di illegittimità della norma e la sospensione dei suoi effetti. Il ricorso, che dovrà essere presentato entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, potrebbe portare all’annullamento della disposizione e garantire il ripristino del diritto alla candidatura per i Sindaci pugliesi.
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