Linea ferroviaria Bari-Putignano, lavori infiniti: ira di Azione

BARI - I ritardi accumulati nella realizzazione della linea ferroviaria Bari-Putignano continuano a suscitare polemiche. Le spiegazioni fornite dal Sottosegretario al MIT, Tullio Ferrante, non convincono affatto. Secondo il Ministero, il rinvenimento di reperti archeologici e le difficoltà nelle procedure di esproprio avrebbero determinato lo slittamento dei lavori avviati nel 2019, ben oltre il termine inizialmente previsto di 18 mesi. Una giustificazione che non basta a placare le critiche. Se il ritrovamento di reperti poteva essere imprevisto, lo stesso non si può dire per le procedure di esproprio, note fin dall’inizio e che avrebbero dovuto essere gestite con maggiore efficienza.

A contestare duramente la situazione è la deputata di Azione, Giulia Pastorella, che aveva presentato un’interrogazione per ottenere chiarimenti: “Dal 2019 assistiamo a continui rinvii e scadenze mancate, con pesanti disagi per i cittadini e un aumento del traffico su strada, con inevitabili conseguenze anche sul fronte dell’inquinamento”, sottolinea.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ora indicato l’estate del 2025 come nuova data per il completamento dell’opera, mentre l’elettrificazione della linea dovrebbe essere ultimata entro il 2026. “Vigileremo affinché i tempi annunciati siano finalmente rispettati”, avverte Pastorella.

Sulla stessa linea il capogruppo di Azione in Consiglio regionale e Commissario regionale, Ruggiero Mennea, che accusa il Governo di inefficienza nella gestione delle infrastrutture ferroviarie: “Questo ritardo è inaccettabile e incide negativamente sulla qualità della vita di studenti e lavoratori, oltre che sull’economia dell’intera regione”. Mennea chiede un impegno concreto: “Non servono più parole, ma certezze e fatti”.