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Taranto

Caso Mario Venuti, il cantante si difende: «Non ho colpito il fonico»

Dopo le accuse di aver lanciato un leggio durante il concerto a Taranto, l'artista replica: «Vi siete accaniti su di me come belve alla vista del sangue»

Mario Venuti

Mario Venuti

Continua a far discutere l’episodio avvenuto il 1° gennaio a Taranto, dove il cantante Mario Venuti è stato accusato di aver lanciato un leggio contro un fonico durante la sua esibizione. Sui social, l’artista ha voluto difendersi dalle critiche, pubblicando un post in cui respinge ogni responsabilità.

«Mi accusate di aver lanciato un leggio addosso a un fonico, ma nel video si vede benissimo che non l’ho minimamente sfiorato» ha scritto Venuti. Secondo la sua versione, il leggio era d’intralcio all’esibizione, motivo per cui lo avrebbe afferrato e gettato a bordo palco.

«Il fonico non era lì, ma stava sull’asfalto ai lati della scena», ha aggiunto il cantante, sottolineando come nel filmato si veda chiaramente il tecnico di spalle e non colpito direttamente dall’oggetto.

Venuti ha poi attaccato chi lo sta criticando, dichiarando: «Come belve alla vista del sangue vi siete accaniti su di me perché la vostra vita è misera e non avete di meglio da fare. Avete la mia compassione».

Un episodio che continua a dividere l’opinione pubblica, mentre restano da chiarire eventuali conseguenze per il tecnico coinvolto e la ricostruzione definitiva di quanto accaduto.

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