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Lido Silvana

Bosco Pineta Caggione, il Comitato alza la voce «No all’antenna 5G»

L’appello dei residenti indirizzato al Comune di Pulsano

Lido Silvana, uno scorcio della Pineta Caggione

Lido Silvana, uno scorcio della Pineta Caggione

«Nei prossimi giorni si deciderà sul futuro della zona residenziale della Marina di Pulsano, se proteggerla o modernizzarla autorizzando l’installazione di un’antenna Iliad».

Il Comitato di difesa e qualificazione del Bosco Pineta Caggione si rivolge al Comune di Pulsano.

«Il progetto di Iliad prevede l’installazione di un’antenna 5G in una posizione strategica, vicino alle abitazioni e all’area boschiva della Pineta di Lido Silvana, proprio nei pressi di quella parte sana di bosco sopravvissuta all’incendio dello scorso 30 luglio. L’antenna sarebbe collocata a soli 4 metri dalla casa di un residente, che è anche portatore di un pacemaker - evidenziano dal Comitato - Un progetto a cui la comunità locale si è opposta fortemente, presentando due ricorsi al Tar che saranno discussi nei prossimi giorni».

Nonostante ciò, i residenti e il Comitato di tutela del Bosco Caggione hanno «cercato di dialogare con il Comune di Pulsano per trovare soluzioni alternative, chiedendo anche l’adozione di un Piano Antenne, al fine di scongiurare una distribuzione irrazionale sul territorio e garantire la protezione paesaggistica e sanitaria dell’area. Sfortunatamente, dopo 8 mesi non è stato fatto nulla e il Comune di Pulsano continua a procedere senza una direzione chiara, cercando di adattarsi agli eventi che si presentano. Infatti lo scorso 15 ottobre la società Iliad ha chiesto al Comune il riesame e la convalida dell’autorizzazione alla installazione della stessa e il Comune di tutta risposta, ha proceduto con la pubblicazione, ignorando l’esistenza dei ricorsi al Tar; ignorando la posizione dannosa per la salute dei residenti e soprattutto ignorando le conseguenze paesaggistiche che tale antenna può arrecare al bosco. Gli alberi e le piante assorbono le onde elettromagnetiche, il che ostacola la diffusione del segnale e provoca danni biologici, poiché l’aumento della temperatura può portare all’essiccazione delle piante. Tuttavia, l’installazione delle sei antenne, principalmente in aree boschive centrali e circostanti risulta essere estremamente rischiosa, una scelta questa che mette a rischio oltre all’ambiente boschivo anche la sicurezza pubblica, una scelta che alla luce dell’ultimo incendio devastane la comunità non può tollerare. Se non si vuole tutelare il residente lamentone - concludono dal Comitato - almeno si cerchi di tutelare l’ecosistema a rischio».

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